Regia di Sean Anders vedi scheda film
Divertente, ma soprattutto intelligente, commedia sul tema dell'affidamento dei minori.
Non c’è molto da dire su questa operazione commerciale americana che come spesso accade centra tutti gli obiettivi: diverte, ha un buon ritmo ed un finale strappalacrime ben riuscito anche grazie ad un cast perfettamente nella parte dove si fa notare la giovane Isabela Moner.
Ciò che mi ha però particolarmente colpito e fatto riflettere è il soggetto che, oltre ad avere l’impellenza commerciale di azzeccare gags divertenti riesce anche a sviscerare in maniera esaustiva tutte le problematiche, difficoltà ed ansie che il tema dell’affido porta in dote ai nuovi genitori ed ai bambini o adolescenti che ne sono interessati.
Apro una parentesi che ‘non centra ma centra’, come avrebbe detto Michele Apicella, anche nel film ‘Selvaggi in Fuga’, pellicola neozelandese poco vista ma meritevole, l’incipit prevede l’affido di un bambino ‘problematico’ e paffutello ad una famiglia che vive in una fattoria isolata nella boscaglia, semi-inaccessibile, enfatizzandone le difficoltà che comporta la difficile integrazione con i neo-genitori.
Chiusa la parentesi devo dire che i racconti di amici che mi hanno confidato le loro esperienze con bambini o adolescenti che gli sono stati dati in affido ricalcano le vicissitudini descritte in questo lavoro dove si palesa la sensazione, che ho maturato sull’argomento, che questi vivano in uno stato di ‘precaria transitorietà’.
Pensate che la legge prevede che i bambini affidati debbano mantenere rapporti con i genitori biologici e che vi sia sempre la possibilità che il giudice valuti l’opportunità, secondo il proprio insindacabile giudizio che dovrebbe privilegiare il bene del bambino, che questi ritornino alla loro famiglia originaria.
Inutile dire che chi ha la fortuna di avere una famiglia ‘normale’ con l’altrettanta fortuna di aver messo al mondo dei figli non possa che sentirsi privilegiato rispetto a coloro che sfortunatamente, per loro, convivono con sentimenti nobili e dolorosi come l’amore e la paura di un possibile abbandono oltre a quella, forse ben più probante, di non essere riuscito ad accettare la convivenza con bambini spesso ‘difficili da gestire’ fino a rifiutarne l’affido; pensate che spesso i bambini in affido sono sballottati da una famiglia all'altra e questo mina, giocoforza, la fiducia verso il prossimo e l'attitudine a relazionarsi.
Termino con una banale ma doverosa considerazione, il tema dell’affidamento di minori che nella fattispecie è il ‘gancio’per questa commedia divertente , può essere trattato anche con ‘la leggerezza’ insita nel genere, senza inficiarne il nobile messaggio, come in questo caso, se si hanno delle valide idee ben sviluppate da un solido soggetto.
Da vedere, senza dubbio.
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