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Benedetta

Regia di Paul Verhoeven vedi scheda film

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La recensione su Benedetta

di starbook
8 stelle

Atti impuri in un convento: ovvero stigmate, peste, Santa Inquisizione, fede e carnalità.

La Piccola Benedetta Carlini, figlia di mercanti vissuti in Toscana nel 1600, ha continue visioni dove si manifesta Gesù Cristo e nei quali si mescolano misticismo e carnalità.

La famiglia della piccola decide così di farle prendere i voti, pagando una lauta dote all'anziana badessa (l'attrice Charlotte Rampling), riuscendo a farla entrare come monaca di clausura nel convento di Pescia, nell'alta Toscana.

Da subito il fervore religioso sfocia in atti mistici e miracolosi che negli anni le procureranno i marchi simbolo del martirio e della fede 'suprema', le piaghe cristiane denominate stigmate.

Queste ultime saranno il tramite per l'ascesa sociale che la porterà a diventare la nuova badessa e provochera' l'invidia  nella chiusa comunità alla quale appartiene.

Fin qua si potrebbe pensare ad una pellicola adatta ad un pubblico di Rete 4 nel periodo pasquale ma la vicenda è più complessa poichè Benedetta ha ceduto all'amore terreno (intrattiene un amore corrisposto con la giovane monaca Bartolomea, divenuta sua concubina).

Cio' provoca l'inevitabile scandalo ed il dissidio con le consorelle che la porterà fino al cospetto del nunzio giudice della Santa Inquisizione.

 

Il regista ultraottantenne Paul Verhoeven si conferma a proprio agio in questa vicenda che mescola misticismo e sessualità non risparmiandoci immagini esplicite e descrivendo senza reticenze le azioni della coraggiosa Benedetta al limite della blasfemia.

Alla fine della visione ho voluto documentarmi ed ho notato che la parte romanzata dal regista è veramente esigua rispetto ai fatti reali che potrebbero essere sintetizzati come 'la prima storia documentata di una monaca lesbica nel Rinascimento'.

 

Per chi volesse ecco il link di wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Benedetta_Carlini

 

In fondo dal regista di Basic Insinct non potevamo aspettarci una vicenda intrisa solamente di spiritualità calcando, con misura, sugli aspetti' laici del vivere in clausura, infatti il regista si concentra nell'introspezione dei personaggi ed il loro pensiero 'materiale': scava nelle ragioni dell'invidia della badessa scalzata dal proprio uffizio; sulla, presunta ma non dimostrata, malafede di Benedetta che si avrebbe (marcando sul condizionale) autoinflitto la pena delle stigmate,come una incallita e reticente arrampicatrice sociale (pensate al potere assoluto che si è guadagnato Benedetta diventando madre superiora) nonchè alle incertezze del sommo Inquisitore, ben interpretato dall'attore Lambert Wilson.

 

Dimenticavo che il periodo storico descritto è caratterizzato dalla presenza della peste, che soprattutto nel finale, diventa la protagonista principale.

 

Lontano dalle pruderie alla Jesus Franco il regista riesce a costruire un prodotto d'autore solido

da consigliare. 

   

  

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