Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Primo di una serie di apocrifi italiani prodotti da Joe D'Amato per sfruttare il successo del film di Raimi (Evil dead, La casa). Girato in massima economia, con attori improvvisati ma reso interessante per la sempre professionale regia di Umberto Lenzi.
Maggio, 1967. Sam Baker, titolare di una funeral home, viene rinvenuto -assieme alla moglie e alla piccola figlia Henrietta (Kristen Fougerousse)- deceduto. La polizia archivia il caso senza poterne dare una logica spiegazione. Vent'anni dopo Paul (Greg Scott), appassionato di computer e radioamatore, riceve un inquietante messaggio seguito da urla agghiaccianti ("Chi sei tu? Che cosa vuoi da me? Non mi guardare così! Aiuto!"). Supportato dalla fidanzata Martha (Lara Wendel) riesce ad individuare la fonte della trasmissione e raggiunge la casa di Baker, chiusa dal lontano 1967. Qui incontrano alcuni ragazzi, tra i quali riconoscono (dalla voce) quello che ha lanciato il messaggio il quale, meravigliato, non ha memoria di avere pronunciato quelle parole. La casa, passata di proprietà pubblica, viene accudita da Valkos (Donald O'Brian), un custode pericoloso che manifesta atteggiamenti aggressivi nei confronti dei ragazzi. Ma, cosa peggiore, all'interno dell'edificio si manifestano spettrali visioni. Compare la piccola Henrietta, in possesso di uno spaventoso pupazzo, accompagnata da una indecifrabile litania musicale caratterizzara dal termine "burial" (sepoltura).
Umberto Lenzi, versatile regista toscano con all'attivo una interessante carriera che si distingue per l'apporto, non indifferente, dato ai generi sexy thriller (la trilogia con Carroll Baker di fine Anni '60), giallo argentiano e poliziesco, si trova a dirigire alcuni degli ultimi film horror prima del declino cinematografico delle produzioni italiane, abbattute dall'avanzare del palinsesto televisivo, sempre più onnivoro di tematiche, registi e autori, rubati al cinema (in questo periodo Lenzi dirige per la TV Le porte dell'inferno, La casa del sortilegio e La casa delle anime erranti). Professionalmente scrive una sceneggiatura standard, oggi forse obsoleta e prevedibile, ma interessante per l'epoca.
Ha a disposizione un cast di interpreti meno che mediocre, assieme ad un budget che non gli permette di fare miracoli ma riesce comunque a sfruttare al meglio la bella fotografia di Franco Delli Colli (anche operatore alla macchina) e la suggestiva colonna sonora di Piero Montanari. Ne esce un prodotto modesto, di bassa qualità interpretativa (con menzione di merito per Richard O'Brian, l'unico che sa dare un profilo inquietante e indimenticabile al personaggio del custode zoppo e omicida) ma ben girato e sorretto da un ritmo che mai fa calare l'attenzione. Pure i sanguinosi effetti speciali, realizzati con intelligente messa in scena (si pensi al dimezzamento di Tina), contribuiscono a mantenere alto il livello della tensione.
Dell'insieme di apocrifi di Evil dead è quello che più incassa al botteghino al punto di dare il via ad un ciclo italiano seguito da La casa 4 e La casa 5. A proposito del riscontro economico, anche all'estero La casa 3 non deve avere sfigurato dato che il film TV di Lamberto Bava, realizzato nel 1987 per la serie Brivido giallo, ovvero La casa dell'orco, è stato distribuito come Ghosthouse 2, suggerendo un (inesistente) legame con il film di Lenzi. Per semplice curiosità è anche da segnalare che esiste, a livello subliminale, un collegamento tra questo La casa 3 ed il film di Sam Raimi, La casa 2: la strega chiusa in cantina, da Bruce Campbell, si chiama Henrietta, lo stesso nome della spettrale bambina, in possesso del pupazzo infernale, nel film di Lenzi.
Filmirage, produzioni del cinema bis
Aristide Massaccesi, oltreché abile regista e direttore della fotografia -più celebre con lo pseudonimo di Joe D'Amato- per un certo periodo si dedica alle produzioni dopo avere istituito la Filmirage. Le sue sono pellicole low budget, collocabili nella categoria di "cinema bis" perché orientate a sfruttare con la realizzazione di instant movie, ovvero in tempi brevi, titoli di successo. I generi affrontati sono quelli che più predilige e verso i quali ha dimostrato maggior predisposizione. Ad esempio, dopo Nove settimane e mezzo, film dal notevole successo, realizza 11 giorni,11 notti.
E proprio da questo film recupera sia Mary Sellers (la fidanzata del protagonista irretito da Jessica Moore) e pure traccia della colonna sonora (abbinata a quella di Deliria) ascoltata, ne La casa 3, dai ragazzi sul camper. Atteggiamento tipico di Massaccesi, per le sue produzioni, è quello di assegnare le regie a nomi famosi, come ad esordienti. In entrambi i casi "anglicizzandoli" (come poi il titolo del film sui credits di apertura). Ecco che in questo caso La casa 3 diventa Ghosthouse, mentre Umberto Lenzi firma con il suo abituale pseudonimo di Humphrey Humbert. Sarà così anche nei successivi seguiti: La casa 4 (Witchcraft, diretto dall'esordiente Fabrizio Laurenti/Martin Newlin); La casa 5 (Darkness, diretto da Claudio Fragasso/Clyde Anderson). La filosofia di mimetizzare come americane le produzioni, spinge Massaccesi ad imporre persino a Lucio Fulci di siglare la regia con un nome fittizio, tanto che Le porte del silenzio -per una singolare beffa del destino l'ultima regia- risulta essere il primo, e unico film, firmato come Henry Simon Kittay.
Case incasinate (Articolo pubblicato su Il davinotti)
Nel 1982 una sofferta e prolungata produzione a bassissimo budget, realizzata da un gruppo di studenti universitari ed avvallata da un loro docente, da come risultato l’insolito Evil dead: il giovanissimo regista si chiama Sam Raimi e l’interprete principale Bruce Campbell. L’anno seguente viene distribuito in Italia come La casa, ottenendo da subito un ottimo risultato di pubblico.
Il film, assai semplice e privo di una vera e propria sceneggiatura, dà luogo a una serie di pellicole che la distribuzione italiana riconduce a questo titolo (anche iconograficamente, con la C enorme e a forma di falce), spesso produzioni estere rititolate all’occasione o, come nel caso delle realizzazioni della Filmirage di Joe D’Amato, veri e propri apocrifi.
La casa attinge dall’Esorcista il tema della metamorfosi (soprattutto dei volti) e delle voci alterate dei “posseduti”, ma inserendo il tutto in una cornice violentissima (tanto da risultare alla fine paradossale) e con tutta una serie di riferimenti (il Necronomicon) assai banali, ma efficaci. Più del sequel, La casa 2, il tema centrale -dell’abitazione “infestata”- ritorna nel film di Lenzi (La casa 3), di Fabrizio Laurenti (La casa 4) e di Claudio Fragasso (La casa 5). Viene, per motivi di copyright, saltato un capitolo e la serie continua con La casa 7, un film (tit. orig. House III -Horror show e distributo in dvd come... La casa III) attorniato sulle gesta di un serial killer che con la casa in generale non ha nulla da spartire. Per certi aspetti su questo leit motiv, infarcito però anche dal tema degli zombi, anche Killing birds-Raptors, siglato da Claudio Lattanzi ma con buon contributo in regia di Joe D’Amato (che ne è anche il produttore).
Mentre, parallelamente, anche la serie House inizia il suo corso con il primo capitolo (Chi è sepolto in quella casa? Nell’edizione nostrana) diretto dal bravo mestierante Steve Miner, cui farà seguito l’infelice House 2 (La casa di Helen), una sorta di Storia Infinita colorata di ironia decisamente fuoriluogo, House 3 (in realtà quello che in Italia è stato spacciato come Casa 7: Horror show) ed un quarto capitolo ancora peggiore a qualunque più pessima aspettativa, da noi uscito direttamente in home video come House IV - Presenze impalpabili.
Mentre il vero precursore di questo filone (sia per merito, che per tempistica) è in realtà un’ottima pellicola del 1981 che, pur se ben accolta dal pubblico, è stata troppo presto dimenticata: La casa di Mary (Superstition) è una storia a base di “streghe” vendicatrici che ritornano a distanza di secoli, per possedere (più che la casa) una piccola bambina che assume fattezze “demoniache” in fase di possessione.
Sequenze molto forti e splatter (il ragazzo dimezzato da una finestra, la sega circolare che investe un prete, e molte altre) saranno da questo momento prese a riferimento da molteplici autori, spuntando spesso a sorpresa in diverse pellicole horror. Palese (quasi al limite del plagio) derivazione di questo film è Devonsville terror di Ulli Lommel, dove viene riproposta la tematica con l’escamotage di moltiplicare per 3 le streghe della storia.
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