Nell'aprile del 1979 il regista tedesco Wim Wenders fa visita al collega americano che considera il proprio maestro: Nicholas Ray. Costui è ormai vecchio, malato di cancro in fase terminale e da tempo inattivo. Wenders filma gli ultimi giorni di vita di Ray che sono anche una lezione sul cinema e di cinema. Alla fine una giunca cinese lascia il porto di New York con a bordo l'urna con le ceneri di Ray.
Note
Da uno dei maestri del "Nuovo cinema tedesco", un omaggio a uno dei padri del cinema moderno che è anche una riflessione sul linguaggio e la "valenza ontologica" del film.
"... Ma aldilà del contratto, Wim stesso appare stordito: Sam Spade si è accorto che sta filmando qualcosa mai filmato prima, quello che Proust, nelle sue ultime parole, aveva chiamato "l'immense frivolité des mourants"."
Bernardo Bertolucci
E venne l'angelo della morte, e aveva lo sguardo occhialuto di Wenders. "Non sono venuto per parlare di morte", ripete. Ma la cinepresa capta impietosa la devastazione fisica di Ray. Nick si presta al gioco, recita consenziente quel poco di vita che resta. Le tecniche di straniamento ovviano all'accusa di sciacallaggio, ma l'esito è inquietante.
" Wenders mostra il lavoro del corpo, il suo avvicinarsi a un limite decisivo, la morte. Lo svolgersi fisiologico del tempo all'interno dei corpi in movimento " ( Enrico Ghezzi ) Nick Ray amava talmente il cinema da dedicargli gli ultimi momenti di vita. Wim Wenders stimava talmente il collega da scegliere di aiutarlo nel completare il suo testamento artistico. Gli ultimi giorni del regista… leggi tutto
E venne l'angelo della morte, e aveva lo sguardo occhialuto di Wenders. "Non sono venuto per parlare di morte", ripete lui. Ma la cinepresa capta impietosa la devastazione fisica di Nick Ray. Nick si presta al gioco, recita consenziente quel poco di vita che ancora gli resta, l'approssimarsi alla fine. C'è indubbia ammirazione per il grande cineasta, ma - al di là di qualche… leggi tutto
Quando dimenticare già significa morire, e curarsi della morte vuol dire sottrarre la vita dalle pene dell'oblio. I corpi dei defunti stanno lì, immobili, e si fanno specchio della triste solitudine…
E venne l'angelo della morte, e aveva lo sguardo occhialuto di Wenders. "Non sono venuto per parlare di morte", ripete lui. Ma la cinepresa capta impietosa la devastazione fisica di Nick Ray. Nick si presta al gioco, recita consenziente quel poco di vita che ancora gli resta, l'approssimarsi alla fine. C'è indubbia ammirazione per il grande cineasta, ma - al di là di qualche…
Ti precedono. Lampi di vita, mentre l’altra svanisce invano, rimanendo col rimorso. Giorni interi, perduti senza parlarti, inseguendo l’uomo che eri cercandoti fra le pagine del libro dei ricordi. Nei sogni, ancora adesso… Film senza pellicola impressa nella coscienza, riavvolgendo il tempo che avevi voltandoti di continuo, respirando fumo di sigaretta che come nebbia celava il volto…
Cut! (Tagliate!) Nero Epilogo. Nicholas Ray (Nick) muore lavorando per un film, e forse è la morte che avrebbe (che ha) scelto, se avesse potuto scegliere. Il suo amico tedesco Wim lo sa e collabora a mettere su pellicola quest'opera estrema - com'è stato più volte scritto - che sfida l'estremo tabù del cinema, la morte trionfante, ma senza frullana, quella che scava dentro e costringe…
Il film in se' inizierebbe dopo 12' perche' nei precedenti minuti,c'e' tutto un parlare fra l'anziano Regista ormai vecchio e malato Nicholas Ray ed il suo "vice" Wim Wenders ma,tutto il dialogo e' alquanto angosciante anche perche' ci mostra l'anziano Ray in pessime condizioni e con poco tempo da vivere e sinceramente mi e' sembrato un po' come uno schiaffo per altre persone che si trovano in…
" Wenders mostra il lavoro del corpo, il suo avvicinarsi a un limite decisivo, la morte. Lo svolgersi fisiologico del tempo all'interno dei corpi in movimento " ( Enrico Ghezzi ) Nick Ray amava talmente il cinema da dedicargli gli ultimi momenti di vita. Wim Wenders stimava talmente il collega da scegliere di aiutarlo nel completare il suo testamento artistico. Gli ultimi giorni del regista…
La morte di Ray, filmata in diretta o recitata poco prima, altri episodi poco dopo la diretta, in un gioco tra finzione e realtà a volte stancamente intellettuale, altre volte cinico. La sensazione è sgradevole, e forse esprime bene il disagio di Wenders nel filmare la morte dell'amico, ma forse resta solo un documento. Da rivedere ancora per verificare.
Da parte di Wenders possono esserci…
Ho visto questo film di Wim Wender (e di Nicholas Ray) prima di leggere un saggio di Lucilla Albano, professoressa di interpretazione e analisi del film al… segue
Sono sempre ammirato da alcune play list che espongono l'introduzione con giri di frase affascinanti, direi spesso difficili nell'interpretazione (non al punto della eccelsa prosa enigmatica di @Travis) che però…
Per Gautama l'incontro con la malattia - al pari di quello con la vecchiaia e la morte - fu decisivo per la comprensione dell'esistenza della sofferenza dell'umanità. Anche per il cinema, spesso, le cose van così e…
Ci sono molti equivoci alla base di uno dei film più controversi del già di per sé controverso Wim Wenders: fino a che punto un regista è legittimato a filmare qualcosa? Quando parte la pornografia del dolore? La morte, e tutto quel che comporta, è filmabile? Ma i dubbi non finiscono qui, perché complice di Wenders è il mastodontico Nicholas Ray,…
Playlist assolutamente inutile: solo per pronunciare la parola acqua in queste ultime ore che ci separano dal responso.
Tutti insieme, pronunciamo come un mantra: acqua, acqua, acqua...
Angosciante. Il cinema, vita di Nicholas Ray, si presenta a casa sua insieme alla morte. Wenders non fa che rimanere attonito, estasiato di fronte al suo mito personale e sgomento al cospetto della spettrale apparenza di quanto fisicamente ne rimane; il lavoro è poco più che un documentario, non ha trama, solo un desiderio naturalista di concedere una dimensione artistica alla…
Il cinema è studio, ricostruzione, artificio, talvolta appare chiaramente inverosimile certo, ma rimane sempre un grande strumento di conoscenza e scoperta. In quanto tale, è in grado di restituire realtà genuine, naturalmente anche quelle che hanno a che fare con l'interiorità, le emozioni, l'amore, i rapporti umani. Il cinema come parte della…
Un film che mescola la vita, il cinema, i sentimenti di due uomini, un cineasta morente ed un allievo in difficoltà. Un film sull’amicizia, ma anche e soprattutto sulla morte e sul bisogno assoluto di esorcizzarla con la cinepresa. Un film che intreccia in maniera indissolubile cinema e video, mettendo in scena la radicale inafferrabilità degli eventi e l’impenetrabilità semantica del…
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"... Ma aldilà del contratto, Wim stesso appare stordito: Sam Spade si è accorto che sta filmando qualcosa mai filmato prima, quello che Proust, nelle sue ultime parole, aveva chiamato "l'immense frivolité des mourants"." Bernardo Bertolucci
commento di DavideKingInk80E venne l'angelo della morte, e aveva lo sguardo occhialuto di Wenders. "Non sono venuto per parlare di morte", ripete. Ma la cinepresa capta impietosa la devastazione fisica di Ray. Nick si presta al gioco, recita consenziente quel poco di vita che resta. Le tecniche di straniamento ovviano all'accusa di sciacallaggio, ma l'esito è inquietante.
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