Regia di Pella Kagerman, Hugo Lilja vedi scheda film
Un viaggio verso Marte, pensato e scritto negli anni cinquanta da Harry Martinson, premio nobel svedese per la letteratura nel 1974, fa da traccia per questo esordio di Pella Kagerman, seppure in coabitazione con Hugo Lija. "Aniara" è fantascienza filosofica, se così si può chiamare, qualcosa che si dirama da certo Cinema di Kubrick e si perde negli anfratti, del tutto nordici, dell'essere umano. Umani, qui, alla deriva nello spazio profondo, imbarcati su un'astronave "da crociera", dotata di ogni comfort, dai ristoranti alle piscine, che in sole tre settimane avrebbe dovuto trasbordare un buon numero di terrestri da una Terra ormai invivibile alle colonie marziane. Un impatto con alcuni detriti spaziali ne devierà la rotta e da quel momento, essa stessa diventerà detrito fluttuante nello spazio, senza più possibilità di ritorno. Inizia, quindi, dopo i primi attimi di panico, una nuova società, rinchiusa in questo nuovo "pianeta" tecnologico, vita scandita dai capitoli del film, che si alternano anno dopo anno. Dalla bella idea iniziale, molto intrigante, nasce. però, un film noioso, in cui le cose che accadono sono vaghe e rare, in cui la tensione si sfilaccia quasi subito e si rimane in attesa di una svolta, di un po' di forza, ma il film rimane raggelato, fra vicende personali, speranze e poco altro. Un peccato, perché, al solito, la recitazione, fra attori danesi e svedesi, è più che buona e anche l'impianto dell'astronave, dei suoi spazi, è realizzato bene: manca proprio, a mio modo di vedere, una trama interessante, che riesca a tener viva l'attenzione. "Aniara" non è brutto, è solo troppo abbandonato alle sensazioni, del tutto personali, di chi lo guarda. Io, sinceramente, sono andato alla deriva piuttosto velocemente.
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