Regia di Jake Castorena , Sam Liu vedi scheda film
"Io sono la cavalleria." dice Superman, poco prima di accasciarsi al suolo tramortito. Questo film dimostra il mio assunto, se ce ne fosse ancora bisogno, che gli ultimi film dei supereroi sono al servizio di una predisposta propaganda della potenza politica, militare e tecnologica, statunitense. Perché? Perché da un po' di tempo il faro degli USA si è al quanto appannato. Ci sono, ormai, paesi concorrenti che stanno crescendo a ritmi vertiginosi e spostando l'asse d'equilibrio della politica internazionale. Dunque, hanno bisogno di dimostrare, almeno, a se stessi di contare ancora sullo scacchiere. A tracciare la tendenza capitalistica made in USA con le sue peculiarità cristologiche, in senso anticomunista, ci pensa la concezione imprenditoriale dell'Agenzia di sicurezza intestata ai supereroi, con tanto di scena in cui discutono del loro stato finanziario. Da notare verso la fine la recita dell'Ave Maria. I funerali di Stato in pompa magna sono un altro tratto della propaganda. La gran parte del film è una lotta di wrestling con quelle tipiche pause contrappuntate di umorismo all'americana prima di sferrare un colpo micidiale, davvero irritanti. C'è un'altra cosa che dimostra la correttezza della mia analisi della cultura popolare statunitense: il binomio violenza/sentimentalismo che è ben esemplificato dalla scena in cui Superman salva un bambino dal crollo di un arco del ponte. Il bambino dopo essere stato salvato torna indietro per abbracciare il suo eroe. Il sentimentalismo è l'altra faccia della medaglia, della violenza; una manifestazione intenzionale atta a persuadere gli altri della propria buona ed altruistica disposizione d'animo.
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