Regia di George Lincoln (Riccardo Freda) vedi scheda film
Unico western dal papà dell'horror italiano (il primo horror italiano, "I vampiri", fu diretto proprio da Freda) caratterizzato da alcune soluzioni inusuali ai limiti del giallo e dell'effetto sorpresa. Purtroppo gli sforzi di Freda vengono penalizzati da un montaggio pessimo (sembra dovuto alle interferenze della produzione rese necessarie per ridurre il tasso di violenza voluto dal regista), ma anche da sequenze scorrettissime verso il pubblico che viene ingannato in modo poi da poterlo sorprendere senza dargli indizi per poter capire tutto prima della rivelazione (penso al dialogo tra Mark Damon e la Gilli dove si convince il pubblico del rapporto di fratellanza che lega i personaggi interpretati dai due autori). Molteplici poi i buchi di sceneggiatura, alcuni dei quali grossi come voragini, Complicatissimi e forzati gli snodi fondamentali (vedi tutta la storia del fucile del messicano e del piano ordito dagli antagonisti per incastrarlo, ma anche tutta la parte gialla che poi d'un tratto si interrompe).
Inverosimile, seppur carina per l'effetto sorpresa, la sequenza in cui gli antagonisti sparano su dei manichini che cavalcano cavalli lanciati al galoppo (!?) accorgendosi solo in grosso ritardo che non si trattava degli uomini che stavano attendendo (anche perché questi erano già entrati in paese pronti a sparar loro alle spalle non appena fossero usciti allo scoperto).
Ne esce un revenge movie che strizza l'occhio al giallo, ma che fa della confusione (sia a livello di sceneggiatura che di montaggio) il suo biglietto da visita.
Sufficienti gli attori. Sprazzi di una buona regia (sequenza inziale in cui dei falsi nordisti cercando di sequestrare una ragazza) che si perde tra sequenze spesso scollegate tra loro. Occasione mancata anche secondo il parere di Freda che disconobbe il film accusando il produttore di averne stravolto la struttura con interventi sulla pellicola non autorizzati. Voto: 5+
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