Regia di George Lincoln (Riccardo Freda) vedi scheda film
Il rodato mestiere di Freda alla prova del western-spaghetti: la trama è incentrata sul ritorno di un pistolero (Damon) nel paese natio, deciso a far riaprire le indagini sulla morte del padre. Il genere di film in cui un cavallo muta di colore da un fotogramma all’altro, e la cui espressività fa invidia a quella dei protagonisti. Ed è un peccato, perché la sceneggiatura (dello stesso Freda, con Luigi Masini) è più professionale della media, i dialoghi di buona fattura, il ritmo relativamente sostenuto. Gran parata di facce note: Ignazio Spalla (alias Pedro Sanchez), Dino Strano (non ancora Dean Stratford sotto la guida di Demofilo Fidani), un sadico Nello Pazzafini e Luciano Pigozzi/Alan Collins nei panni di un giudice vigliacco e tormentato (notevole allorché medita nel suo studio, con sguardo catatonico, mentre alle sue spalle giganteggia un’enorme bandiera americana). Qualche succosa pennellata horror e discreta fotografia di Gabòr Pogàny. Voto: 4/5 (* su ****)
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