Regia di Camillo Teti vedi scheda film
Un reduce del Vietnam, dato per disperso in guerra, rientra negli Usa di nascosto per compiere un'importante missione: destituire un dittatore sudamericano.
Sequel dotato di meno appeal (e pure, in maniera evidente, di meno budget) del Cobra mission diretto due anni prima da Fabrizio De Angelis. Camillo Teti, che si firma con lo pseudonimo Mark Davis, non ha la stessa mano del precedente regista e - sebbene non faccia gravi danni - questa volta il ritmo non è uniformemente alto come nel primo capitolo e l'azione non è diretta in modo altrettanto sicuro. Constatando rapidamente che al di là di queste due componenti nulla importa del film (trama, dialoghi, personaggi: tutto vistosamente trascurato nella sceneggiatura di Vincenzo Mannino e Gianfranco Clerici, ma a ragione, dato lo scopo essenziale del lavoro), si può comunque definire sufficientemente riuscita l'opera. I limiti sono scoperti: attori non impeccabili, effetti speciali piuttosto tirati via, tutto quanto pare (pare...) un pretesto per cavalcare l'onda degli action movies dell'epoca, in primis quella di grande successo scatenata dal Rambo di Sylvester Stallone, nato nel 1982 e che nel 1988 arrivava al terzo capitolo della saga. Nient'altro: film di rapido consumo, girato sbrigativamente e destinato a riscuotere quantomeno i costi di produzione. Fra gli interpreti non ci sono volti di particolare richiamo: il protagonista Brett Baxter Clark era già stato visto in particine televisive (Dallas, L'incredibile Hulk), mentre i suoi comprimari sono ancora meno conosciuti: Jeff Maldovan, Cesar Olmo, Julie M. Carlo sono i principali nomi sui titoli di testa. Da notare un dettaglio decisamente significativo: nonostante gli sforzi nei primi minuti del film per richiamare la storia del primo Cobra mission, fra le trame dei due lavori non c'è sostanzialmente nessuna affinità e neppure un attore è presente in entrambi. 2/10.
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