Regia di William Friedkin vedi scheda film
Omaggio a William Friedkin
"The Boys in the band" è una pièce teatrale di Mart Crowley che da noi risulta ovviamente pressoché sconosciuta, dato che tratta l'argomento omosessualità, ma che l'anno scorso è stata proposta a Roma al Teatro Sala Umberto per la regia di Giorgio U. Bozzo, anche se personalmente non ho avuto modo di vederla. Il film dal titolo omonimo, tradotto in italiano in maniera un po' goffa con "Festa per il compleanno del caro amico Harold", è diretto da un William Friedkin agli esordi e ancora poco famoso, anni fa veniva trasmesso a tarda notte sulle reti Mediaset ed è lì che ebbi occasione di vederlo. È un adattamento che suppongo fedele alla pièce, che ha meriti notevoli in quanto al cinema fu davvero uno dei primi tentativi "maturi" e "adulti" di raccontare la condizione omosessuale, qui ovviamente negli Stati Uniti, evitando i facili stereotipi e le macchiette con cui quasi sempre erano rappresentati i personaggi gay adulti. È un ensemble piece recitato con notevole bravura da un cast affiatato dove non figurano nomi particolarmente famosi e dove, forse, non è facile isolare singole performance, ma dove il rendimento collettivo degli attori è tenuto su livelli elevati da un Friedkin che già allora sapeva manovrare con notevole sicurezza la macchina da presa e, nonostante l'evidente verbosità dell'opera, costruire un crescendo drammatico di indubbia efficacia. Inoltre, nonostante vi siano tracce di malessere, disperazione e si accenni anche alle cosiddette terapie riparative, il film è onesto, duro ma certamente non omofobo, accusa che verrà invece ampiamente rivolta al regista per il successivo "Cruising", non saprei quanto a torto o a ragione. Dunque, un riuscito esempio di film volutamente teatrale che finisce per acquisire una precisa fisionomia filmica.
Voto 8/10
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