Regia di Mike Leigh vedi scheda film
Presentato, incautamente e senza rimorsi, come "il cineasta più tagliente d'Inghilterra" (Martini), l'inconsistente Mike Leigh licenzia uno dei film più memorabili del 1997. I denti di Katrin Cartlidge. Neri. Uno sì e uno no. Gli occhi di quel ciccione di Mark Benton. Chissà perché, sempre chiusi. La testa di Lynda Steadman. Sempre elettrizzata da movimenti convulsivi. Immagini che ripugnano a chi nel cinema cerca ancora un sostegno formale, a chi pensa che la recitazione conti ancora qualcosa. Insomma, roba da incubo. Memorabile, davvero. La storiellina, che qualche sprovveduto recensore d'ultim'ora vorrebbe fare passare per "una commedia lacerata da un'ironia felice" (ancora la già citata Martini: da querela), è quella di due amiche, Hannah (Katrin Cartlidge) e Annie (Lynda Steadman), che dopo avere vissuto per quattro anni a Londra nella stessa casa, avere condiviso un uomo e avventure ordinarie, si ritrovano sei anni più tardi. I ricordi si snodano nel corso dei novanta interminabili minuti di film, intervallandosi alle cose dell'oggi. Leigh - aiutato nella sceneggiatura, secondo suo costume, dalle due attrici protagoniste - racconta una storia di ordinaria banalità, volendo forse mostrarci in controluce il processo di lenta degradazione delle due amiche, ieri accomunate da un'esistenza febbrile ed isterica, oggi dalla banalità dei discorsi da "donne in ascesa". Ma i dialoghi - che in Naked avevano un loro fascino a dispetto dell'assurdità del protagonista - stanno a zero, Katrin Cartlidge riesce ad essere odiosa anche quando tiene la bocca chiusa, il cast sembra diretto da un cocainomane, la musica in tono new age sfoderata da Marianne Jean-Baptiste, che nel cast di Segreti e bugie figurava come interprete - è stucchevole e i personaggi di contorno sono assolutamente poco credibili.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta