Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Gli Italiani descritti per stereotipi facili che lasciano il tempo che trovano. Fulci ci riprova subito dopo Gli imbroglioni e non ottiene un risultato tanto distante: un insieme di sketch fra loro totalmente indipendenti, con un filo comune sottilissimo come può essere quello della 'mania'. Commedia di costume dai toni bassini che vanta un cast abbastanza nutrito di buoni caratteristi, da Vianello a Tieri, da Chiari a Ciccio e Franco, da D'Orsi a Salerno. L'episodio migliore è quello dello scrittore dilettante a cui l'amico esperto e famoso suggerisce la volgarità come arma per fare breccia nei gusti del pubblico.
Numerosi episodi, tutti piuttosto brevi, su varie tematiche di costume del periodo. Maniaci del calcio, del sesso, dei motori, delle mode: c'è il capoufficio che perde una scommessa e porta la moglie a prostituirsi, lo scrittore in erba che si rivolge all'amico scrittore affermato ed ottiene come consiglio quello di buttarla su violenza e volgarità, i ladruncoli che penetrano per errore nel commissariato di polizia, c'è il milanese che offre un passaggio al siciliano ed entrambi hanno modo di sfogare i propri preconcetti l'uno sull'altro...
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