Regia di Sergio Tau vedi scheda film
Delirio caleidoscopico di un povero alcolizzato in un vicolo.
Con un montaggio audiovideo serratissimo e caleidoscopico, stroboscopico Sergio Tau vuole rendere l’idea del delirio che scorre nella mente di un povero alcolizzato abbandonato in un vicolo; la colonna sonora di Egisto Macchi contribuisce fortemente al sostegno dell’opera. Cartelloni pubblicitari e cori di bambini, urla, canzoni pop e visioni allucinate di una quotidianità assolutamente normale – un gatto, una strada, una fetta di salame – prendono vita nel turbine dei fuochi d’artificio mentali del protagonista. Curiosa una scena verso la metà dei dieci minuti totali del cortometraggio, nella quale l’ubriacone pare sottoporsi volontariamente alla pratica di una fellatio per procurarsi una brocca di vino rosso. Girato a colori nel 1964, Il gioco della civetta è uno dei primi lavori del cineasta Sergio Tau, la cui carriera proseguirà quasi esclusivamente nel segno del documentario. 6/10.
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