Regia di Curtis Hanson vedi scheda film
Nella Los Angeles degli anni ’50, azioni della polizia e incursioni della stampa si intrecciano in continuazione, rimandando l’uno all’altra senza soluzione di continuità. Al distretto di polizia, tre poliziotti sui generis, ognuno che intende la giustizia a modo proprio, si ritrovano invischiati in un enorme giro di criminalità che non ha confini: le coppie si formano e si scoppiano continuamente, tutti contro tutti, fino a che i giusti escono dalla propria ambiguità e scoperchiano la botola da cui fuoriescono corruzione, omicidi, prostituzione e droga…
Uno dei pochi film noir in piena regola della storia del cinema. Tutto merito, o quasi, dello splendido capolavoro letterario di James Ellroy, da cui il film è tratto. La trasposizione cinematografica omaggia il romanziere attraverso l’utilizzo di didascalie che annunciano i personaggi, ma anche con un geniale incipit (quello in cui Sid di “Zitti Zitti” introduce le vicende)…
Il regista Curtis Henson (alla miglior prova in carriera) dispone di un cast davvero ben assortito (Pierce, Spacey, Crowe, Basinger, DeVito), che calzano appieno i personaggi, tutti molto ben caratterizzati, che affollano le vicende di un film molto complicato da seguire, per intrecci, colpi di scena, continui capovolgimenti di fronte. Splendida storia in salsa noir, con numerose scene memorabili (su tutte il rivelarsi di Dudley Smith nella sua vera natura) e soprattutto con la prima grande prova in carriera di Guy Pearce, nonché la migliore per Russell Crowe e Kim Basinger (anche un Oscar per lei).
Di particolare appeal il finale, che si trasforma in un western metropolitano ad eliminazione diretta in cui muoiono tutti (o quasi). Ottima pellicola, esemplificativa di un certo cinema di genere.
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