Regia di James Mangold vedi scheda film
Un manipolo di attori e volti scorsesiani circondano un Sylvester Stallone imbolsito, impacciato e imbambolato e proprio per questo profondamente umano o più probabilmente mezzo rincoglionito, che si addormenta su un divano mentre ascolta il Boss o abbraccia timidamente Annabella Sciorra, rubandole i baci di un amore che non è capace a confessarle.
Da qualche parte negli anni settanta, in un sobborgo abitato per lo più da poliziotti corrotti, si intrecciano le esistenze , le azioni, le sconfitte e gli inganni di un gruppo di essi, dominato da dinamiche e psicologie maschili, senso di appartenenza e cameratismo e un locale, il 4 aces, dove ritrovarsi a bere birra, fumare sigarette e infine sbronzarsi. Malinconie struggenti e sguardi oltre un ponte sospeso su acque di memorie nelle quali correre il rischio di annegare, luci riflesse e immagini dall’alto di una città e dei suoi crimini, codici infranti, lente e dolenti derive umane, corpi inadeguati, gli ultimi gesti che l’orgoglio trasforma in atti di giustizia, pubblica e privata, perduta e infine ritrovata.
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