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Cop Land

Regia di James Mangold vedi scheda film

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La recensione su Cop Land

di supadany
8 stelle

Ai tempi si parlò del film soprattutto per il ruolo atipico affidato a Sylvester Stallone (alla ricerca qi qualcosa di diverso dal solito),ma era anche la prima grande occasione per James Mangold (dopo il bel esordio con “Dolly’s restaurant”, 1995) che si dimostrò fin da subito capace ed eclettico (anche se in seguito varrà più il secondo attributo rispetto al primo).

Nella tranquilla Garrison, New Jersey, vivono tanti poliziotti, tanto da farla ribattezzare “Cop land”.

Lo sceriffo del posto è Freddy (Sylvester Stallone) che sta al gioco imposto senza tanti patemi, almeno fino a quando questo non diventa troppo pericoloso.

Sarà chiamato a prendere decisioni difficili che per prima la giustizia ufficiale non sembra voler prendere.

Difficile scalfire equilibri assodati, soprattutto quando la giustizia imputata a farlo (vedasi il personaggio di Robert De Niro che vorrebbe, ma non può per ordini superiori) non può nulla e spetta alla marionetta di turno l’unica possibilità di cambiare qualcosa.

 

 

James Mangold dirige un buon poliziesco, mette subito tanta carne al fuoco (l’inizio propone una gamma già amplissima), tra poliziotti di ogni risma che stanno al gioco (Freddy stesso ci sta nel suo piccolo) ed un omicidio che comporta una scelta avventata per salvare il classico protetto.

Ma il gioco si fa duro e gli equilibri cambiano, avere lo stesso sangue non può salvarti, poco è ciò che sembra (a tal riguardo emblematico è anche il comportamento del personaggio di Ray Liotta) e l’unico barlume di onestà è chiamato ad aprire gli occhi.

Quello che ne segue è un gran finale “sottovolume”, con l’ultima ruota del carro che tra una nuova consapevolezza ed un amore che vorrebbe ma non ha, tira fuori tutto quello che può.

Copland” è un film essenziale, abitato da un cast possente (Harvey Keitel è perfettamente cattivo nell’ambiguità del suo personaggio, Robert De Niro non intralcia ma vive il suo personaggio, Ray Liotta ha i tratti consoni alla situazione, Annabella Sciorra e Jeanine Garofalo sono le uniche donne, molto diverse tra loro, ma in egual modo efficaci), al quale manca la catarsi finale per il genere a cui si affibierebbe, ma in realtà è un film a se stante che non ambisce alla gloria assoluta, ma che nel suo piccolo regala tanti sussulti.

Particolare ed apprezzabile. 

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