Regia di Werner Herzog, André Singer vedi scheda film
Un gran bel documentario questo che purtroppo ha poca visibilità in Italia. Questo mio breve commento vuole essere un invito a vederlo.
Bella intervista, condotta in tre tempi, dal grande regista tedesco Werner Herzog e dal famoso documentarista britannico Andre Singer a Mikhail Gorbaciov, l’uomo che aveva introdotto nel sistema dell’economia sovietica le riforme della Perestroika e nella politica del suo paese il principio della Glasnost, ovvero qualche elemento di libero mercato nell’economia ingessata dalla burocrazia, nonché qualche elemento di trasparenza e di controllo nei confronti di un potere politico imbalsamato nell’immobilismo più asfittico e chiuso ostinatamente a ogni forma di confronto.
Alla morte di Breznev, (1982) dopo il susseguirsi grottesco di leader vecchi e malati, finalmente il giovane Gorbaciov era diventato il nuovo segretario del Comitato centrale del Partito comunista sovietico (1985) nonché capo del governo, assumendo insieme alla straordinaria responsabilità nei confronti del proprio paese, l’immagine carismatica di un leader che, venendo incontro alle attese del mondo, diventava simbolo delle speranze dell’umanità, in vista di una pace duratura e senza confini, fino al 1991, quando un colpo di stato della vecchia guardia aveva messo fine al sogno, aprendo in Europa e nel mondo la strada a molti dei processi disgregativi ancor oggi in atto.
È un film costruito grazie al montaggio sapientissimo che alterna le interviste, i ricordi storici e le malinconiche rimembranze personali di un uomo malato e vecchio, ma ancora giovane nel cuore e lucidissimo nell’analisi politica, in cui – tra vecchie fotografie, giornalistiche presenze e immagini di repertorio che avevano fatto il giro del mondo – rivediamo, con i grandi di quegli anni*, anche i tempi delle nostre illusioni, che sarebbe un bene per tutti se non andassero smarrite e diventassero oggetto di conoscenza delle giovani generazioni.
Oggi, quando si va perdendo molta memoria storica, questo film può aiutare davvero l’umanità disorientata e distratta a riflettere su quel passato e anche sugli errori di chi… ci aveva provato, generosamente. Come lui, che lo dirà alla fine della bellissima lunga chiacchierata, ma anche come noi che altrettanto generosamente avevamo creduto a quella politica e che ostinatamente continuiamo a credere e a sperare.
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*fra gli altri: Ronald Reagan, durante la sua presidenza degli USA, il sindacalista polacco Lech Walesa, ex leader di Solidarnosh e presidente della Polonia, ed Helmut Kohl, artefice dell’unificazione tedesca dopo il crollo del muro di Berlino nel 1989 e Margaret Thatcher.
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Ricordo molto bene il 1985, quando il giovane Gorbaciov ereditò il pesante fardello dell'Unione Sovietica. Divenne in breve un leader mondiale, anche se in molti lo osservavano con diffidenza. Questo documentario che tu ci porgi di domenica pomeriggio, mi servirà a ripassare un pezzo di storia che avevo quasi dimenticato. Grazie Lilli, buona domenica!
Le diffidenze non mancavano, soprattutto in molti paesi dell'Est, gravati da un giogo pesantissimo, (Polonia, Paesi Baltici), ma molti dissensi arrivavano anche dai regimi della Germania Est, dall'Ungheria e dalla Romania , ma in Occidente le speranze erano alte. Mi attengo, naturalmente, al documentario e alle cose che ci arrivano dai filmati d'epoca con le dichiarazioni di Reagan, della Thatcher e dei capi di stato di allora. Io non riesco a dimenticare e continuo a pensare che un mondo in cui si riesca a coniugare libertà individuale e giustizia sociale sia auspicabile. Ciao e grazie, Antonio.
Vorrei ricordare che a Gorbaciov (unico ex segretario del PCUS ancora vivente) fu assegnato nel 1990 il Premio Nobel per la pace.
Grazie, Franco: integrazione necessaria. Il film ne parla, infatti: non fu un'assegnazione facile. I malumori venivano da Est, soprattutto. Ed è anche comprensibile. Un caro saluto. Lilli
un documentario davvero importante….grazie di averlo segnalato e commentato,spero di recuperarlo...
Secondo me, davvero un bellissimo e malinconico documento umano. Da ricuperare, sicuramente! Ciao Ezio.
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