Regia di Terrence Malick vedi scheda film
Il titolo originale del film con James Dean, Gioventù bruciata di Nicholas Ray, era Rebel Without a Cause, ribelle senza causa. E quelli di Kit (Holly ne è soprattutto spettatrice) sembrano delitti davvero immotivati, senza una causa. A conferma di questa "parentela", nel finale del film, uno dei poliziotti che hanno arrestato il ragazzo dice apertamente che Kit gli ricorda proprio James Dean.
Malick è un regista-filosofo, che cerca sempre di andare un po' più a fondo rispetto alle storie, spesso non nuovissime, che racconta, e qui, dietro agli omicidi commessi da Kit ci trova poco o niente, o meglio, ci trova un grande vuoto, sia dal punto di vista esistenziale che economico: una delle molle di partenza è proprio la perdita del lavoro (un lavoraccio, quello di spazzino) da parte del protagonista. Kit, da parte sua, sembra una scheggia impazzita, come, però, è accaduto spesso nella storia e nella cronaca americane, tanto da far pensare che non sia che uno dei tanti prodotti di quella società. Kit viene dal nulla: non ha famiglia né si vede mai la sua casa. Forse il padre di Holly teme che il giovane gli porti via quello che a lui, vedovo, è rimasto dell'american way of life, la famiglia (composta ormai dalla sola figlia) e la casa. Per questo mette a rischio con questo barbaro la propria vita e la perde.
La rabbia giovane è uno dei testi fondamentali del cinema americano degli anni settanta, diventato tale con il passare degli anni, anche se all'epoca non fu colto come tale, tanto è vero che il film ci mise quattro anni per arrivare sui nostri schermi. Oggi si staglia in tutto il suo splendore di opera indipendente dai grandi valori sia morali che formali (classica e modernissima allo stesso tempo la fotografia), cioè, in una parola, cinematografici.
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