Regia di Terrence Malick vedi scheda film
Terrence Malick, chi è costui? Fino a qualche tempo fa, lo ignoravo del tutto. Regista particolarmente schivo e minuzioso, ha girato solo 5 film in 38 anni di carriera e non rilascia interviste, dalla critica è considerato quasi all'unanimità uno dei migliori cineasti viventi.
Nel corso del 2011 uscirà il suo nuovo film; io non ho mai visto neppure uno degli altri quattro suoi lavori, di cui almeno due o tre godono del privilegio di essere considerati capolavori, e allora ho deciso di vedere i suoi film in ordine cronologico e cercando di sgombrare la mia mente da tutte le nozioni acquisite su di lui, in modo da giudicare senza particolari influenze.
Badlands - La rabbia giovane è il primo film di Malick, che allora aveva trent'anni; Kit (Martin Sheen), venticinquenne senza arte né parte nel South Dakota della fine degli anni '50, lavora come spazzino e si atteggia come James Dean, senza peraltro, come lo sfortunato attore, avere qualcosa contro cui ribellarsi davvero.
Un giorno Kit incontra per caso Holly, ragazzina di quindici anni con una situazione familiare complicata, mentre questa gioca nel prato di casa sua; pian piano, Holly s'innamora del proprio corteggiatore, in cui vede la possibilità di ricevere l'affetto genuino che non riesce a ottenere dal severo padre, trovandosi inoltre orfana della figura della madre, morta di polmonite.
La contrarietà del padre verso questa relazione diventa la classica scintilla: Kit, a mente fredda, lo uccide e convince Holly a scappare con lui per cambiare identità e vita da qualche parte negli Stati Uniti.
"Mi resi conto che ero in uno stato di incoscienza. Kit ammazzava la gente come se fossero mosche. Diceva che se hai la polizia alle calcagna e cerchi di non farti prendere, sei costretto ad eliminare tutti i testimoni, accettando poi tutte le conseguenze senza tanti piagnistei."
Durante la loro fuga verso il nulla e senza un vero perché, Holly scopre di non essere all'interno di se stessa vuota tanto quanto Kit, il quale uccide a ripetizione senza esser dominato da un vero sentimento di rabbia giovanile come il titolo italiano suggerirebbe, ma piuttosto è un ragazzo smarrito all'interno del mondo, verso il quale non riesce a tradire la minima emozione. La storia è senz'altro interessante, arricchita dalle bellissime inquadrature paesaggistiche ma rovinata da un finale lontano da ogni realtà e da una generale assenza di suspance e di sentimento, che da un lato permette allo spettatore di giudicare liberamente i personaggi senza che il regista li "indirizzi", dall'altro diminuisce l'impatto emotivo, a cui a contribuire è solo ed esclusivamente l'immensità della natura ben rappresentata da Malick.
Film bello a vedersi grazie all'effettiva abilità del regista e di un intenso Martin Sheen, ma imperfetto, merita comunque una visione se non altro per l'originalità. L'esordio di Malick non mi ha deluso ma non ha nemmeno brillato, spero in meglio per I giorni del cielo.
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