Regia di Terrence Malick vedi scheda film
Un ragazzo e una ragazza in fuga si macchiano di una serie di omicidi. Storia di violenza insensata, esemplare per la sua non esemplarità. Nessuno vuole dimostrare nulla: lui uccide con imperturbabilità (e spesso senza che il momento dello sparo venga inquadrato), lei lo guarda come se si trattasse di un gioco, in un clima fiabesco e irreale che a un certo punto sfocia anche in un illusorio, e subito frustrato, ritorno alla natura. Un po’ furbesco il titolo italiano, che fa pensare a un Gioventù bruciata degli anni ’70 (e in effetti Martin Sheen viene esplicitamente paragonato a James Dean), mentre invece “manca, nei personaggi, ogni traccia di facile ribellismo” (Mereghetti). Semmai il protagonista occulto è il paesaggio desolato (le Badlands del titolo originale), che sembra voler divorare tutti nel suo spazio immenso. Magica la colonna sonora (con la Musica poetica di Carl Orff che accompagna i titoli di testa e quelli di coda), come magico è lo sguardo della giovanissima Sissy Spacek (che qui lavora per la prima volta con il futuro marito, lo scenografo Jack Fisk): a lei è affidata la voce narrante, che asseconda con straniante ingenuità il filo della storia. Prometteva davvero bene, Malick; peccato che poi abbia mantenuto pochissimo.
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