Regia di Terrence Malick vedi scheda film
A questo film manca un perché. Un perché che vada oltre il gusto manieristico di abbinare, sullo sfondo di paesaggi colorati, un’innocenza ed un cinismo ugualmente surreali, che sulla tavolozza fanno macchia senza arrivare a miscelarsi. La tensione narrativa, che all’inizio è densa e vivida come la tempera, finisce per raggrumarsi intorno ad un maledettismo oleografico made in USA, a base di deserti, stazioni di servizio ed imitazioni di James Dean. Quello di Kit sembra un antieroismo contraffatto, riassunto in pose e battute da pubblicità di Camel e Marlboro, che interpreta il cult anni settanta come uno stile estetico, anziché come la voce di uno spirito ribelle che si fa poesia giovane e rabbiosa. La forma del romanzo diaristico adolescenziale ed il tono da avventura on the road – con qualche divagazione naturalistica – dovrebbero suturarsi lungo il filo, per altro esilissimo, di un connubio amoroso e criminale alla Bonnie and Clyde; però i pezzi non combaciano, e la storia non riesce minimamente a prender corpo. Badlands è certo un’opera di rottura, però è priva di forza di carattere; ed è un film dalla fotografia pregevole, però mancante di anima pittorica. In definitiva, Terrence Malick confeziona un manifesto di anticonformismo cinematografico che è, purtroppo, davvero solo un meraviglioso poster.
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