Regia di Terrence Malick vedi scheda film
E' uno di quei film destinati a migliorare col passare del tempo, come gli altri due di Malick. Eppure, in questo canovaccio alla Bonnie & Clyde, c'erano tutti i presupposti per un film datato, di quelli che magari riflettono in maniera efficace l'umore dell'epoca, ma che rivisti oggi lasciano un po' a desiderare. Niente di tutto questo. "La rabbia giovane" e' un film molto piu' originale e complesso di quello che vorrebbe sembrare. Non e' la solita vicenda di ribellione e disagio giovanile; non e' il solito sguardo inquisitorio sui mali dell'America profonda. Non c'e' traccia di retorica, eroismo, vittimismo, manicheismo. C'e' la poesia, quella si'. C'e' il naturalismo di Renoir. C'e' un utilizzo ispirato della voce fuori campo. E' un film amorale, grottesco, spiazzante, ambiguo, affascinante. Non c'e' ne' condanna, ne' apologia del crimine. C'e' un che di surreale nella vicenda narrata, specialmente nel finale tragico eppur lieve. Narrando una vicenda di per se' assai prevedibile, Malick ha modo di compiere profonde riflessioni su temi disparati come il rapporto dell'uomo con la natura, il caso, la trasgressione vista e vissuta come gioco, l'iniziazione ad una vita violenta, la sardonica convivenza tra ghignate e pallottole, la coscienza, il rapporto uomo/donna, l'istinto di sopravvivenza, il concetto stesso di vita. Un film da vedere, rivedere e studiare.
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