Regia di Jacques Tourneur vedi scheda film
Il manifestarsi di una disfunzione cardiaca provoca l’improvviso declino di un campione di football americano (il cui soprannome dà il titolo alla versione italiana): per un po’ lui cerca di tenere nascosta la situazione, anche per non perdere la moglie abituata alla bella vita, ma poi deve arrendersi. Melodramma sportivo con annessa malattia e con un finale moraleggiante, che evita l’esito tragico a cui sembrava avviato: per capirsi, il pathos non è ai livelli di L’idolo delle folle (1942), al quale rinviano le scene in cui il protagonista viene colpito dai primi attacchi della malattia. Tourneur non era il regista più adatto a raccontare una storia del genere, e comunque il film ha una durata troppo breve per definire adeguatamente i personaggi: in particolare risulta sacrificata la descrizione degli ambienti equivoci frequentati dalla moglie, che diventa un giocattolo in mano a un vecchio ricco e cinico. Victor Mature è legnoso come al solito, ma vanno meglio le interpreti femminili: Lizabeth Scott e soprattutto Lucille Ball, innamorata infelice e disincantata.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta