Regia di Xiao Feng vedi scheda film
I giudizi assolutistici sono, per loro stessa natura, fallaci e fortemente esposti alla critica altrui. A prescindere da questa considerazione, a tutto c’è un limite, superato il quale è doveroso esporsi senza ricorrere alle consuete mezze misure.
Ebbene, The bombing – La battaglia di Chongqing richiede una presa di posizione senza mezzi termini, in quanto altamente nocivo alla salute del cinefilo.
Chongqing (Cina), 1943 durante la Seconda Guerra Mondiale. Da anni, l’aviazione giapponese picchia duro, con l’obiettivo di disintegrare la strenua resistenza cinese.
Mentre i civili cercano di sopravvivere ai bombardamenti, gli aviatori cinesi lottano con tutti i mezzi a loro disposizione, affidandosi all’esperienza americana, nella fattispecie rappresentata da Jack (Bruce Willis).
Scritto a dodici mani (!!!) e con il supporto di molti consulenti, tra i quali figura anche Mel Gibson (!!! al cubo), The bombing – La battaglia di Chongqing richiama l’ennesima epica pagina dalla Seconda Guerra Mondiale, ma fa di tutto per non renderle giustizia, ricorrendo a tutti i peggiori artifici narrativi e figurativi.
In primo luogo, la stesura è ricolma, quando va bene, di approssimazioni e, quando va male, di autentici strafalcioni, con uno svolgimento che, nel suo complesso, non ha altro orientamento che la propaganda, collegata al ricordo di quegli uomini coraggiosi che hanno messo in gioco, e sacrificato, la loro vita per salvare il popolo cinese dall’oppressione nemica.
In più, una retorica propugnata senza alcun pudore, è accompagnata da una montagna di effetti speciali in Cgi che trasformano le tante scene in volo in un intrattenimento videoludico, che ha poco o nulla a che fare con il cinema, troppo artefatto per ricreare anche la minima partecipazione.
In pratica, siamo al cospetto di una disfatta totale, che spende tanti quattrini per una messa in scena ridondante e ampollosa, che passa da un bombardamento all’altro, da un’esplosione alla seguente, con una dabbenaggine inqualificabile.
Ed è praticamente superfluo evidenziare come Bruce Willis (una sfinge senz’anima) e Adrien Brody siano protagonisti della classica marchetta ($$$), peraltro il secondo nei panni di un personaggio che scompare alla stessa velocità nella quale compare.
Dunque, The bombing – La battaglia di Chongqing è quanto di peggio possa esistere in ambito cinematografico. Finto e lacunoso, recitato malamente, accompagnato da musichette dolcificanti e dialoghi svogliati, con giunzioni lasciate al loro triste destino, talmente orgoglioso da non tentare nemmeno di coprirsi le spalle, trasformandosi in uno dei peggiori war movie di sempre (in confronto, Pearl Harbor ha una sua dignità).
Insostenibile.
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