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Loro

Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film

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La recensione su Loro

di Furetto60
6 stelle

Tra realtà e fantasia, alcuni passaggi della vita di Silvio Berlusconi. Bravi gli attori, suggestive alcune immagini, ma il film non convince.

Grazie a mio nipote, che è riuscito a procurarsi un dvd introvabile, sono riuscito a vedere il film “Loro” nella versione unica accorpata e quindi” stringata” o forse rimaneggiata, Sin dal titolo del film di Paolo Sorrentino, si intuisce che non si tratta di un biopic su Silvio Berlusconi, ma il racconto su “loro” cioè quelli che Formica avrebbe definito nani e ballerine, un circo triste e squallido, formato da coloro che appartenevano alla sua corte dei miracoli o aspiravano ad entrarvi. Il magnaccia, mi si passi l’eufemismo, è un “maneggione” pugliese di nome Sergio Morra, alias Riccardo Scamarcio, figura che ricorda il faccendiere Tarantini, che rincorre successo e denaro, proponendo ragazze di facili costumi ai potenti di turno e punta ad arrivare al massimo, cioè al Cavaliere. Morra affitta per l’estate una villa in Sardegna proprio di fronte a quella del Presidente e vi porta la sua batteria di ragazze, pronte a tutto pur di godere dei favori del “drago”. Incontra Kira Sabina Began? la famosa "ape regina" bellissima, seducente e misteriosa, mentre la sua compagna Tamara flirta con il ministro Santino Recchia, alias Fabrizio Bentivoglio, forse Sandro Bondi, sperando di trarne profitto; la mossa si rivela sbagliata, perché costui cade in disgrazia, Berlusconi ha sgamato il suo goffo tentativo di complottare per diventare leader del centro-destra. Comunque il “Dottore” resta fuori dal governo per appena 25.000 voti, Ennio Doris, sempre Servillo, peraltro bravo, gli suggerisce di corrompere sei senatori del centrosinistra, per far cadere l’esecutivo e poi andare a nuove elezioni, rammentandogli le sue capacità di persuasione, a tal proposito Il Presidente si cimenta in un siparietto: chiama un numero telefonico scelto a caso e si produce in una lunghissima telefonata con una casalinga, alla quale prova a vendere un appartamento in un nuovo resort, del tutto fittizio. Nonostante le iniziali reticenze della interlocutrice, Berlusconi riesce a convincerla, a riprova della sua abilità. Come previsto gli “onorevoli” passano dalla sua parte e Il Governo cade e il Cavaliere vince le successive elezioni, ma la Lario è in Cambogia e lui si ritrova sostanzialmente solo e così il neo-premier chiede a Morra di aiutarlo ad organizzare un festino presso la sua villa, l'esercito di escort entra così finalmente nella villa del Cavaliere. Al festino hot, Berlusconi sembra avere occhi solo per una certa Stella, capitata lì quasi per caso, che però nel momento clou lo gela, rammentandogli la differenza di età; finalmente sua moglie Veronica Lario alias Elena Sofia Ricci, dopo il clamoroso caso di Noemi Letizia, decide di rompere e chiede il divorzio. Diceva Nanni Moretti nel “Caimano” “Un film su Berlusconi? “È quello che la gente di sinistra vuole vedere al cinema. Ma tutti sanno già tutto”.: “Chi vuol sapere sa, chi non vuol vedere non vede”. E dunque quello che Sorrentino ci propone ha il sapore della minestra riscaldata, il regista insieme allo sceneggiatore Umberto Contarello, ci propina il solito volgare carrozzone, le cene eleganti, quelle del famoso “bunga bunga” in cui troneggia una malriuscita caricatura grottesca, non l’ uomo che nel bene, poco e nel male, molto, ha segnato un’epoca, cambiando abitudini e costumi degli italiani e ha fatto della capacità di sedurre il prossimo la sua marcia in più; non vengono ricordate le sue amicizie “spericolate” i suoi successi in campo sportivo e imprenditoriale;oltretutto confonde le acque, mescolando personaggi veri come Mike Buongiorno o Marinella, storica segretaria, a personaggi di fantasia,tipo Spagnolo o Crepuscolo? Sorrentino ovviamente ha grande padronanza della MDP e la usa con la solita maestria e in virtù del suo personalissimo stile visionario, ci regala anche qualche chicca surreale, per spiazzare lo spettatore, la pecora a Villa Certosa, il rinoceronte e il topo che corrono per le strade di Roma; divertente anche la “genesi” dell’inno “meno male che Silvio c’è” Però il film ,malgrado la forza di alcune immagini e qualche parentesi felice, Fabio Concato che canta nel suo giardino “Domenica bestiale,” in barba a Mariano Apicella che mastica amaro, è nel complesso deludente, non buca, non prende, sembra solo un’occasione mancata

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