Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
L'ascesa e la discesa dell'uomo che ha rivoluzionato la politica in Italia attraverso l'uso dei media, ma ha anche sdoganato i peggiori stereotipi dell'italiano medio, riducendoli a fenomeno di costume.
Invogliato dalla recensione negativa di un altro utente che, sotto la premessa del "non sono di destra ma", ha sciorinato un'epica difesa della martoriata memoria di Berlusconi, ho affrontato con molta curiosità questo lavoro di Sorrentino restandone piacevolmente sorpreso sotto certi aspetti. Da avido lettore delle vicende del Cavaliere mi aspettavo la solita biografia all'acqua di rose con scarsi e inconsistenti riferimenti alle vicende giudiziarie. Qualcosa tipo Il Divo, per intenderci. A Berlusconi, invece, Sorrentino riserva tutt'altro trattamento di Andreotti, forte probabilmente di un percorso giudiziario costellato di intercettazioni, cronache giudiziarie diffuse ovunque e una condanna che sancisce il divario tra un prescritto come Andreotti e un condannato in via definitiva. Sorrentino non usa dunque mezzi termini nel ridicolizzare quest'ometto che ha tenuto sotto scacco la politica italiana per quasi trent'anni a suon di corruzione, abusi di potere e gaffe internazionali. Con la scusa di aver premesso che i fatti sarebbero stati romanzati il regista calca persino la mano, facendo umiliare il vecchio satiro dalla moglie, da una delle ragazze dei Bunga Bunga e persino dal calciatore Michel Martinez che gli preferirà, indovinate un po'?, la Juventus malgrado gli assegni in bianco sventolati dal Cavaliere. Alla parte romanzata però si aggiungono implacabili le intercettazioni, i fatti di cronaca giudiziaria, i tentativi riusciti o meno di corruzione che hanno costellato la vita di Silvio Berlusconi, citati spesso testualmente e sempre implacabilmente. Questo è il maggior pregio di questa pellicola: non fa sconti. Un altro pregio sta sicuramente nella qualità degli attori che partendo da Servillo, passando da Elena Sofia Ricci per scendere fino alle comparse e arrivare, infine, al modestissimo Scamarcio riescono a caratterizzare al meglio delle loro possibilità i vari personaggi. Ottime anche la fotografia e il montaggio. Ma veniamo a ciò che non funziona e mi riferisco comunque a valori soggettivi. In primis, l'abuso di balletti e musichette, a momenti si ha l'impressione di assistere a un musical. Cantano tutti, parte un brano ogni pochi minuti e dopo un po', onestamente, quest'abuso di musica finisce per venire a noia. Si poteva tagliare un bel po' di minutaggio senza nulla togliere all'efficacia del film. In secundis, se l'atto di romanzare da un lato permette a Sorrentino parecchie licenze, dall'altro si lascia uno spazio che appare eccessivo a sentimentalismi che appaiono fuori luogo. Il Cavaliere sembra sempre malinconicamente innamorato di Veronica e così lei, di lui sembra innamorarsi anche la escort Kira, c'è anche spazio per un patetico siparietto sotto la pioggia chiuso da Concato in persona che canta Domenica bestiale. Una nota stonata in un quadretto che di sentimenti ne mostra ben pochi fin dalle prime squallide battute.
Nel complesso una discreta pellicola.
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