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Loro

Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film

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La recensione su Loro

di mm40
7 stelle

2008. Silvio Berlusconi sta sprofondando politicamente, sotto il peso dell'avanzata della sinistra, e umanamente, con la separazione dalla moglie Veronica Lario sempre più vicina. Ma ecco che si prepara l'ultima zampata del vecchio leone in crisi profonda.


Può superficialmente sembrare uno sfoggio di qualità artistiche (fotografia, regia, montaggio, musiche, recitazione: tutto eccellente) o un folle carosello di immagini di baldoria, di goduria sfrenata (per la maggior parte della sua durata, il film offre solo ed esclusivamente questo), ma Loro è anche un atto politico – sebbene in secondo piano, nonostante le aspettative inevitabili sulla pellicola. Paolo Sorrentino torna alla regia cinematografica dopo l'esperienza per il piccolo schermo con The young pope (2016), e lo fa con un lavoro che si insinua sulla scia de Il divo (2008), in cui a modo suo il cineasta napoletano raccontava l'epopea andreottiana. A modo suo: inquadrature ampie, estetizzazione fortissima, musiche spesso in primo piano, ralenti a sottolineare i momenti eclatanti, scene corali di evidente derivazione felliniana e quant'altro, ma soprattutto: un racconto allargato, nello stile di un affresco, che non scende nella concreta profondità della materia narrativa sino all'ultima mezzora. Proprio in questo dettaglio, forse, il punto debole principale di Loro: due ore di rappresentazione feroce dell'equazione potere = sesso, e una troppo drastica svolta nella parte finale del film, in cui torna alla ribalta Veronica Lario e irrompe la tragedia del terremoto dell'Aquila (6 aprile 2009) che in maniera forzata devia il folle e delirante horror vacui delle prime due ore verso una realtà cronachistica, tangibile, terribilmente troppo vera. Eccessivamente scoperto e non del tutto funzionale alla storia, poi, il remake della scena iniziale de La dolce vita (Federico Fellini, 1960) nella sequenza conclusiva del lavoro: se là il volo della statua di Gesù Cristo era seguito festosamente dai passanti, qui però ricorda a tutti il dolore e l'angoscia dei giorni del sisma. Toni Servillo immenso nella caratterizzazione di un Berlusconi assolutamente credibile (ormai lo hanno imitato tutti: difficile trovare un personaggio più complicato da portare in scena), con tanto di parlata milanese palesemente finto-napoletana quando canticchia le canzoni con Apicella (e Servillo è campano!); in altri ruoli più o meno importanti: Kasia Smutniak, Riccardo Scamarcio, Elena Sofia Ricci, Giovanni Esposito, Fabrizio Bentivoglio, Roberto Herlitzka, Ricky Memphis, Euridice Axen, Max Tortora, Anna Bonaiuto, Ugo Pagliai, Mattia Sbragia e, in un divertente cameo nella parte di sé stesso, Fabio Concato. Sceneggiatura: Sorrentino e Umberto Contarello. 7,5/10.

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