CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: LORO 1
Oggettivamente è molto difficile dare una valutazione dell'ultimo film di Paolo Sorrentino.
E non sono perché è diviso in due capitoli (difficile darsi una spiegazione visto che la prima parte dura poco più di 100 minuti) ma proprio perché è costruito come un antefatto.
Come la puntata pilota di una fiction (che l'esperienza di The Young Pope si sia fatta sentire?) battistrada di un esplosivo finale....che è quello che mi auguro.
La prima cosa che balza all'occhio però è che con Loro (1-2) Paolo Sorrentino voglia chiudere la sua personale trilogia del potere vista in tutte le sue svariate forme.
Che sia il Giulio Andreotti Divo, il Papa più materiale che spirituale Lenny Belardo, che sia Silvio Berlusconi l'emblema di quella che è comunemente chiamata seconda repubblica.
A onor del vero più che di Silvio Berlusconi, Loro vede protagonista il Berlusconismo in tutte le sue sfaccettature più bieche.
Il Loro del titolo sono quelli che comandano, quelli che tutti ambiscono ad essere a tutti i costi.
Perché nel bene e nel male Silvio Berlusconi e il Berlusconismo sono amati, odiati, invidiati ma non si può negare che è incorporato nella nostra società.
Paradossalmente il film è diviso a sua volta in due parti.
La prima che vede protagonista Sergio Morra (personaggio ispirato alla figura di Tarantini e interpretato molto bene da Riccardo Scamarcio).
Un uomo che ha puntato la sua vita sul corrompere il potere non con le mazzette ma con la "Figa". Un uomo pronto a fare il salto di qualità arrivando a LUI.
Berlusconi non viene mai nominato. È LUI anche sul display dei cellulari.
Questa prima parte ricorda molto quella sopra le righe (in tutti i sensi) di The Wolf of Wall Street.
Fatta dì festini a base di droga e sesso dove tutto viene maledettamente esasperato.
Dove la politica è rappresentata da un viscido Fabrizio Bentivoglio ex ministro poeta (chiaramente ispirato a Bondi) che manda la propria scorta a comprare biancheria intima e scopa a tradimento violando l'ultimo straccio di morale delle donne.
La seconda parte arriva improvvisa. Silvio Berlusconi è un re in esilio in Sardegna nel tentativo di riconquistare la fiducia della moglie Veronica.
Toni Servillo non imita ne scimmiotta il Cavaliere.
Come un giullare di corte ne carica ed esaspera il suo lato più grottesco.
Siamo nel 2006 e lui non ha ancora mandato giù il fatto che sia all'opposizione, va contro ogni suo principio.
Il Berlusconi di Sorrrentino è un uomo di potere che ama e si compiace di tutto questo ("Ma abbiamo tutto" "Tutto non è abbastanza").
Ed è questo l'aspetto migliore del film che si manifesta con un umiliato Fabrizio Bentivoglio in ginocchio "Tu lo sai perché ti innamori solo di donne troie? Perché tu sei una Troia!!!".
Oppure quando spiega la differenza tra lui ed Agnelli a un giocatore che ha rifiutato il Milan per la Juventus.
"Agnelli deve ringraziare la famiglia. Io a me stesso"
È difficile giudicare un film che deve dimostrare ancora tutto il meglio di sé (speriamo).
Ma nonostante qualche simbolismo tipico sorrentiniano ( La TV che trasmette un Mike Bongiorno muto e Fabio Concato che canta Domenica Bestiale a Veronica Lario davanti a un incredulo Apicella) il film sembra promettere bene.
Al 10 Maggio l'ardua sentenza.
Al momento VOTO 7 (che può abbassarsi o aumentare)
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