Regia di Nick Hamm vedi scheda film
VENEZIA 75 - FUORI CONCORSO
I casi del destino.
Un apparentemente tranquillo padre di famiglia, di professione pilota di piccoli veivoli cargo, arrotonda e trova il modo di dare lustro al tenore dei suoi cari, spacciando droga proveniente dai paesi produttori del Sudamerica. Preso in flagranza di reato, l'uomo si salva per un dettaglio fortuito presente nelle prove, sufficiente a scagionarlo ufficialmente, ma non nella sostanza, tanto che l'uomo ottiene la libertà solo in cambio di accettare di divenire un informatore dell'FBI.
Siamo a metà anni '70, e l'uomo si trasferisce in una bella villetta di un quartiere residenziale californiano, scoprendo di essere diventato il vicino di casa dell'affascinante e vincente imprenditore e costruttore di auto DeLorean: un uomo tenace, sicuro di sé, orgoglioso, scaltro e pure baro, che proprio in quegli anni decise di mettersi in proprio producendo la sua avveniristica, sportivissima e spaziale DeLorean DMC-12 (quella che passerà alla storua per essere stata utilizzata nella trilogia di Ritorno al futuro di Zemeckis: la macchina da sogno americano, alla portata di tutti i portafogli. La macchina sportiva ed alata a suggello del sogno americano.
I due diventano amici intimi, al punto che lo stesso DeLorean, afflitto dalle mille difficoltà del suo progetto ambizioso, ma tutt'altro che perfetto, troverà aiuto insperato dal suo vicino, in grado di metterlo in contatto con i suoi ex soci produttori di droga, gli unici in grado di mettere acdisposizuone in poco tempo la somma di 30 milioni di dollari necessaria per pagare stipendi e fornitori, scongiurando la bancarotta.
Ma l'FBI non sta certo a guardare, e per DeLorean e la sua macchina inizierà un veloce declino che farà naufragare il progetto solo già a pochi mesi dalla vendita dei primi esemplari.
Per la regia di Nick Hamm, cinesta interessante quanto discontinuo (il suo The hole e Martha da legare appartengono a ciò che di buono attribuiamo al suo lavoro), Driven è un biopic pieno di energia, brillante e sottilmente cinico che si giova di due protagonisti non anxora pienamente assurti allo atatus di star, ma di fatto pienamente azzeccati ognuno per il proprio sfaccettato ruolo ricoperto.
Jason Sudeikis, riso malefico da furbastro impenitente, è il double-face Jim Hoffman, placido padre di famiglia che di nascosto pensa solo a procurarsi soldi facili per migliorare lo status sociale suo e della propria ingenua famiglia, che sa solo vederlo nel ruolo edificante del buon padre di famiglia.
Nel ruolo del cinico John DeLorean, ecco l'affascinante quarantenne Lee Pace, noto soprattutto in serials televisivi e come comprimario in mega produzioni hollywoodiane (trilogia Hobbit, Guardiani della Galassia, Lincoln di Spielberg), molto somigliante all'originale costruttore.
Ritmo ben giostrato, intrighi loschi e caccia serrata al primo passo falso in un biopic molto ben calato a cavallo tra i '70 e gli '80, gli anni di un grandecsogno americano che si è rivelato un sonoro flop.
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