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Terminator: Destino oscuro

Regia di Tim Miller vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Terminator: Destino oscuro

di YellowBastard
5 stelle

Difficile dire se il titolo (Destino Oscuro) sia stata più una scelta inconsapevolmente ingenua, tragicamente ironica oppure più drammaticamente fatalista ma rimane comunque il fatto che, volente o meno, il ritorno di Cameron è servito più che altro a realizzare un onesto (?!) "fan-service" con qualche tocco di novità che non a resuscitare un franchise che ormai non ha più niente da dire.

 

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Seguito diretto delle prime due pellicole dirette da James Cameron e ambientatato 27 anni dopo Terminator 2- Il giorno del giudizio, cancellando di fatto tutte le altre pellicole prodotte successivamente, questo Destino Oscuro (nomen omen), diretto però da Tim Miller (Deadpool) tenta di ripetere l'operazione almeno economicamente (!) riuscita dalla Disney con il rilancio della saga di George Lucas con Star Wars: Il risveglio della forza legando il ritorno dei personaggi storici della saga (in questo caso l'iconico Arnold SchwarzeneggerLinda Hamilton che poi è la "vera" protagonista dell'opera di Cameron) usati soprattutto come "ponte" tra la vecchia e nuova generazione di protagonisti, e quindi (soprattutto?) di pubblico, sfruttando il legame con le precedenti produzioni per lanciare una nuova "potenziale" trilogia.

Similitudine che però non si fermano soltanto alle intenzioni e alle operazioni di marketing ma che continuano sia come trama, riproponendo momenti, situazioni e personaggi simili (Destino Oscuro in pratica è soprattutto un remake "attualizzato" di Terminator 2) ma anche immagini ed effetti speciali che in più di un'occasione creano una forte e fastidiosa sensazione di deja vu, non troppo dissimile da quanto avvertito da molti proprio con la pellicola diretta da Jey Jey Abrams.

 

 

Il ritorno di James Cameron come produttore e soggettista, anche se sembra che abbia più volte rimesso mano al copione anche per contrasti con lo stesso regista, e dei suoi protagonisti principali oltre a una sceneggiatura che ha il compito più volte annunciato di cancellare quanto fatto prima con la saga ma senza l'apporto diretto proprio di Cameron (come se fosse stato solo questo il problema!) ha invece dimostrato esattamente lo stesso difetto di fondo palesato proprie dalle suddette pellicole, ovvero l'improbo e disperatissimo sforzo di spremere ancora qualcosa da un franchise che ha invece esaurito le proprie idee ormai quasi trent'anni fa (il classico detto "cercare di spremere sangue dalle rape") e limittandosi invece a una pluerile opera di maquillage di lettura politica e/o sociale, soprattutto nel personaggio di Daniella “Dani” Ramos (Natalia Reyes), di origine messicana e non più madre del salvatore dell'umanità ma Salvatrice dell'umanità ella stessa e assolutamente frutto dell'attuale momento storico, ma che si rivela in realtà ben poca cosa quando non addirittura fin troppo forzata.

 

Il senso di ineluttabilità e di impotenza delle opere originali è ben lontano dall'essere raggiunto sostituito invece da uno spettacolo molto più generico e da blockbuster hollywoodiano contemporaneo (molti sembrano essersi dimenticati che Terminator era molto più semplicemente un B-movie di fantascienza oltre che un film tematicamente "chiuso" e fine a se stesso, non un blockbuster "barra" franchise multimilliardario), autocitazionista e (forse) fin troppo autoindulgente con se stesso (e con i propri errori e i propri limiti), con un forte e chiaro messaggio femminista (come ormai quasi d'obbligo oggi a Hollywood) ma senza alcuna particolare velleità narrativa se non ripercorrete quanto ha precedentemente funzionato per poi riproporlo nel tentativo di recuperarne almeno il successo.

Il pubblico, però, questa volta sembra non aver risposto nel modo sperato.

Troppi gli svariati seguiti più o meno irrisolti o più semplicemente questa volta il pubblico non ha mangiato la foglia? 

 

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Se gli attori storici continuano a fare il loro anche solo in quanto "presenza" e carisma e se il Rev-9 di Gabriel Luna riesce comunque a portare a casa la pagnotta senza particolari problemi (ma il T-1000 di Robert Patrick era e resta tutt'altra cosa) la vera rivelazione del film è la Grace di Mackenzie Davis, la soldatessa potenziata inviata dal 2042 per proteggere Dani Ramos, evoluzione al femminile del Reese del primo Terminator ibridato col Marcus di Terminator Salvation ed ennessimo personaggio femminile forte della cinematografia di Cameron, a cui la giovane attrice canadese della bella quanto semisconosciuta serie TV Halt and Catch Fire rende assolutamente giustizia.

E' nata una stella? Io ci conto.

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