Regia di Tim Miller vedi scheda film
Il futuro dipende inesorabilmente dalle scelte chiave del passato, e con la fortunata e milionaria saga di Terminator, abbiamo imparato a comprenderlo molto bene.
Dipende al punto che, dal futuro devastato dalla guerra nucleare di Skynet, che ha spinto le macchine a tornare al passato per eliminare il futuro leader della resistenza John Connor ancor prima di essere concepito, ed i ribelli a seguirle per scongiurarne l'ipotesi e, successivamente, ad evitare grazie a Sarah Connor, il compiersi del cosiddetto Giorno del Giudizio, i nuovi dominatori tornano per fermare sul nascere le conseguenze pericolose che potranno derivare dall'operato di una semplice ragazza messicana, apparentemente dimessa ed inoffensiva.
Sulle sue tracce, un nuovo sofisticatissimo Terminator, modello Rev-9, ("... di fronte a lui si può solo scappare"), che fa scempio della sua famiglia, mentre a sua difesa, ecvo giungere una nuova eroina della resistenza, adeguatamente "rinforzata" per tener testa alla invincibile macchina duttile e cangiante.
E poi, per fortuna, la vecchia ed indomita Sarah Connor che, devastata dalla morte del figlio John, che non è riuscita a proteggere fino alla fine, decide di trascorrere il tempo che le resta da vivere, dando la caccia a ogni macchina inviata con una certa frequenza dal futuro, minaccioso ed oscuro.
Assieme a loro, il vecchio, caro Terminator di prima generazione, ovvero il modello T-800, ovvero Swarzy, che ha saputo adattarsi alla vita umana scegliendosi una famiglia da gestire castamente e propendendo per quel lato umano che gli consente di invecchiare e provare sensazioni umane sconosciute agli ultimi, micidiali e ben più evoluti modelli da combattimento.
L'emozione di ritrovare Linda Hamilton (splendida, magnifica anche ora segnata dal tempo inesorabile) affianco a Swarzy, coinvolti loro malgrado (soprattutto lei, ancora scolvolta dalla perdita del primogenito a causa del Terminator) in un action dal ritmo frenetico ed adrenalinico che riprende esattamente le fila del primo ottimo seguito diretto da Cameron nel 1991, dopo il suo folgorante primo film del 1984, funziona alla grande.
Funziona pur sviscerando senza ritegno, e per tutta la durata del film, le medesime casistiche e sfaccettature del bellissimo e galvanizzante primo sequel, aggiornate alla sviluppata potenzialità digitale raggiunta oggigiorno dalle attuali tecniche sofisticate al servizio della macchina produttiva cinematografica a gran budget, come lo è ogni produzione che vede coinvolto l'uomo ed imprenditore assai scaltro e geniale James Cameron. All'effetto vintage riuscito costituito dalla coppia Swarzy+Hamilton, ben si coadiuvano almeno due altri personaggi vincenti come l'eroina "rinforzata" e martire interpretata dalla splendida e statuaria MacKenzie Davis (bellissima già dallo sguardo come una nuova Carey Lowell) e la macchina micidiale ed imperturbabile di morte resa con riuscita determinazione dall'attore dallo sguardo penetrante Gabriel Luna, la cui interpretazione non fa rimpiangere quella del famigerato Robert Patrick del primo seguito.
Meno fondamentale come appeal e prestanza scenica, la protagonista assoluta Dani Ramos, scelta come "donna qualunque", e dunque operaia messicana la cui vita viene rimessa in discussione, lasciando anche spazio, nel rocambolesco evolversi della vicenda, ad un sottofondo a tematica "immigrazione", che diventa qualcosa di più che un mero, strumentale sottofondo.
Ma la verve dell'attrice che impersona Dani, scelta nella persona di Natalia Reyes, non spacca, né imprime sullo schermo quella scossa che gli altri interpreti di cui sopra sanno manifestare nel film. In regia un ispirato Tim Miller (quello dell'esilarante primo Deadpool) che asseconda la produzuone di Cameron e si adopera a fornirci un ideale terzo seguito che surclassa tutti gli altri predecesdori, apocrifi o meno.
Nulla di nuovo, ma tutto molto ispirato all'idea originale della storia, per un film dal ritmo indiavolato che non concede scampo alla noia o al disinteresse.
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