Regia di Peter Hyams vedi scheda film
Action con molta più "azione classica” rispetto al precedente “Accerchiato”; sparatorie senza troppo esagerare, un po’ di suspense, un paio di colpi di scena azzeccati, pochissime frasi d’effetto; giusto un paio di battute divertenti e ciniche tipicamente made in USA e 1 cattivo veramente "bravo" Van Damme meno robotico, più godibile voto 6.5 ®©™
A RISCHIO DELLA VITA
Appena spiegato come e perché il protagonista sia finito proprio li, e parte subito parte subito forte, senza troppi preamboli (viene giusto presentato il quadro familiare del protagonista, separato, ovviamente, fa più vissuto) questo adrenalinico (il giusto) film d’azione, quando ancora erano veri, prima dell’avvento dell’eccessiva computer grafica.
È a tutti gli effetti, un elicottero in scala reale quello che cala dal tetto dello stadio, schiantandosi sul ghiaccio sottostante, in una vera esplosione, fin troppo controllata, per non distruggere, davvero, un vero pala ghiaccio.
Esplosione dove, finalmente, il cattivo e spavaldo – ottimamente reso dal naturalmente cinico Powers Boothe – muore!
Attore, costui, poco noto ai più, ma che io ricordo benissimo nell’avvincente western “Tombstone”. Cattivo – ma codardo – anche li.
L’eroe di turno invece, interpretato da Van Damme, è il primo vigile del fuoco ammazza tutto nella storia dell’action... che per caso, unico tra migliaia di spettatori, scopre quanto di terribile stia accadendo, durante l’attesissima finale del campionato di Hokey in cui vengono presi in ostaggi tra gli illustri ospiti, anche il vicepresidente USA.
Gliene capiteranno di tutti i colori, compresa la più esaltante di tutte: per salvarsi da un nerboruto killer, finirà col celarsi nientedimeno che nei panni del portiere titolare della squadra di Hokey per cui tifano lui, e gli amati figlioli, a cui, dal ghiaccio, dopo una parata miracolosa, lui, ex giocatore di serie minore, manderà un segnale che, nel linguaggio dei segni, solo l’affezionato figliolo potrà interpretare e, con stupefatta emozione, comprendere.
deliziosa la bimba, troppo caricato il figliolo
Ps. Di Jean Paul Van Damme, uno dei più aitanti attori marziali che ai tempi spopolavano – se non il più tecnicamente, di certo il più atleticamente preparato... una cosa mi ha sempre colpito e sempre piaciuta: non in tutti... ma in tanti dei suoi ruoli eroici o da duro che siano, di rado ha l'espressione davvero cattiva fino in fondo. A volte, specie nelle scene di lotta, nell’attimo cruciale del colpo di grazia... riesce a render “perfettamente” quell’aria da “eroe per caso” che tanto piace alla gente... come se la prodezza che sta compiendosi... fosse per il personaggio qualcosa di impossibile, un puro colpo di fortuna; ecco, questo è uno di quelli dove lo si nota benissimo. Cosa che, ad esempio, un Bruce Willis, restituisce con un espressione diversa, più aspra o più goffa, a seconda... o un Tom Cruise, che invece aggiunge quella nota di stupore, la camera indugia su quell’aria quasi meravigliata di quanto l’eroe è riuscito a compiere, stupefatta appunto...
A d’ogni modo, film d’azione anche questo, con molta più “azione classica” rispetto al precedente “Accerchiato”; sparatorie senza troppo esagerare, un po’ di suspense di tanto i tanto, un paio di colpi di scena azzeccatissimi (che molti, qui, sembrano tanto disprezzare)... e, fortunatamente per i soliti detrattori del genere, pochissime frasi d’effetto alla Bruce Willis o, peggio, Swarzenegger & Stallone... ma giusto un paio di battute divertenti quanto ciniche tipicamente “made in USA”.
Van Damme meno robotico, più godibile, del suo solito rispetto ai suoi tipici ruoli "di combattimento"
voto 6.5
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