Regia di Richard Donner vedi scheda film
Il film ha una trama piuttosto arzigogolata, con tutti gli elementi tipici del complottismo più esasperato, ad iniziare da protagonista paranoico, ma è ben sviluppato e realizzato con una coppia memorabile di attori protagonisti che creano un'alchimia che funziona. Bello.
Il film ha una trama che, occorre ammetterlo, è piuttosto arzigogolata, elaborata credo per appagare la grande massa di coloro che credono ai complotti e pensano che il mondo sia dominato da forze finanziarie e politiche invisibili, che a volte sono in conflitto tra loro sulle strategie da adottare per il controllo di massa. E devo riconoscere che gli sceneggiatori l’argomento lo sanno sviscerare piuttosto bene, inserendovi tutti gli elementi tipici del complottismo più esasperato, ad iniziare da protagonista paranoico, magnificamente interpretato da Mel Gibson, che più paranoico non si potrebbe, come dimostra il modo di concepire ed organizzare il suo appartamento, un modello da manuale di psicologia clinica. L’altro aspetto positivo del film è la scelta del ruolo femminile, l’avvocato della procura interpretato da Julia Roberts, attrice che è stata privilegiata dalla vita perché per incantare deve solo sorridere o commuoversi, e chiunque si trovi ad ammirarla la percepisce in stato di grazia, in armonia col mondo, e per molti ammiratori tale predisposizione d’animo è contagiosa. Tra i due si crea una certa alchimia, solo una donna paziente come lei potrebbe occuparsi di un paranoico querulante grave come lui, dandogli credito fino a convincersi per una sommatoria di indizi a suo favore, che non abbia tutti i torti e che le sue affermazioni non siano campate in aria. Così gradualmente si scopre che il complotto c’è stato veramente ed in questi casi se non si ricorre a qualche potere paritetico ma opposto nelle intenzioni è difficile scamparla, ed ecco che compare la classica dicotomia cui ho già fatto riferimento prima. In tutte le grandi organizzazioni di potere tutti gli storici e biografi e ricercatori accennano sempre ad una divisione interna come minimo tra progressisti e conservatori, tra filo-democratici e reazionari, tra paternalisti ed autoritari, ecc., nella massoneria così come in ogni cupola di potere, era così anche nella Chiesa al tempo della Controriforma, solo che i progressisti erano una esigua minoranza, ovviamente, ed è prevalsa la corrente autoritaria e repressiva. Diciamo che in questo caso la “corrente” meno cinica e spietata della “cupola” di potere ha deciso di intervenire per limitare l’attività dell’altra componente, e pone sotto la sua ala protettrice la coppia, che ne frattempo si è formata anche sentimentalmente, altrimenti non avrebbe avuto scampo (pur riconoscendo alla Roberts una notevole grinta difensiva, estremamente intelligente ed efficace, performance femminili rare in un film americano), visto il dispiegamento di mezzi che sono in grado di mobilitare e di esibire in qualsiasi momento, che forse rappresenta l’aspetto un po’ troppo esagerato ed esibizionistico del film, la sua componente spettacolaristica fine a se stessa, ben realizzata e curata esteticamente, ma smisurata rispetto al contesto ed alle circostanze, che non la richiedevano dal punto di vista del realismo e della credibilità complessiva. Molto bello, ben concepito e realizzato il finale, in grado di lasciare tracce emotive successive che identificheranno il film a livello mnemonico lasciando una sensazione piacevole. Una bella alchimia anche se non perfetta.
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