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Between Two Waters

Regia di Isaki Lacuesta vedi scheda film

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La recensione su Between Two Waters

di alan smithee
7 stelle

TFF 36 - ONDE

Corpi tatuati e muscolosi, mare oceanico impetuoso e prepotente, e memoria di un passato che ormai è inesorabilmente perduto.

Nella città di mare spagnola affacciata sull'Oceano Atlantico di San Fernando, due fratelli tentenni di origine rom, legati per tradizione al mare, si ritrovano quando uno di essi, Isra, viene scarcerato dopo una detenzione per spaccio, mentre il fratello Cheito, arruolato in marina, fa rientro a casa dopo mesi di missione.

Durante le giornate la mare, tra l'indolenza dell'attesa e gli incontri con gli amici coetanei, si consuma la tradizione del ricordo dei tempi andati, della perdita degli affetti paterni portati via con la scomparsa, per circostanze violente, della figura paterna, pregna di riferimento per i due ragazzi.

La più recente fatica cinematografica del regista catalano Isaki Lacuesta si fissa sui corpi, atletici e tatuati, sul contatto fisico, sulle amicizie virili e sull'indolenza di una attesa che spinge a tornare su episodi del passato che hanno segnato caratteri e modi di essere dei due fratelli, sino a spingerli a compiere passi radicalmente opposti, nello stile di vita come nelle scelte morali che hanno indirizzato i due su sentieri diametralmente opposti, inefficaci tuttavia per separarli definitivamente da una intesa di fondo che trova la sua ragion d'essere nell'esperienza di famiglia, e nella storia che essa ha condiviso.

Il film, premiato con la Concha de Oro 2018 al Festival Internacional de Cine de San Sebastian, è una sorta di continuazione dell'opera d'esordio di Lacuesta, risalente al 2006, in cui apparivano bambini i due fratelli Isra e Cheito qui ormai adulti, ma parimenti alla ricerca di una propria identità e motivazione personale che li faccia tornare pienamente consapevoli ognuno del proprio ruolo di uomo, padre e essere vivente con uno scopo preciso all'interno di una comunità di gente di mare.

La vicenda orbita attorno ai due personaggi principali e ai rispettivi affetti, senza pretese narrative particolarmente calcate o vincolanti, filmando con una certa insistenza ed un piglio visivo esteticamente schietto, ma di forte impatto estetico ed emotivo, la fisicità dei corpi impegnati nelle fatiche del lavoro, ma pure nelle connessioni con un presepe moderno di anime protese a vivere o sopravvivere, scegliendo di non sviscerare troppo o di perdersi in ricatti di sceneggiatura inutili, preferendo piuttosto filmare il corso della vita che procede naturale ed implacabile, solenne e ripetitivo come l'incedere potente del mare oceanico che lambisce ed erode lentamente quelle terre affascinanti e frastagliate.

Affascinante e riuscito lavoro di fotografia, che esalta i colori pastello e restituisce un mare dall'insolito colore olivastro che risulta insieme repulsivo (a pensare di trovarcisi coinvolti da nuotatori) ed attraente (nelle vedute d'insieme che paiono quadri naif suggestivi e altamente scenografici).

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