Regia di Eros D'Antona vedi scheda film
Film dalla trama ben poco plausibile ma girato con molta cura, nel rispetto e nella celebrazione del miglior thriller italiano.
A seguito della separazione, avvenuta da tempo, Richard (David White) tenta -inutilmente- di ottenere la custodia della figlia Mindy (Lisa Marie Picciolo) dopo averla vista in pessime condizioni con la madre e il suo nuovo amante. Prova ad affogare nell'alcol il disappunto, finché incontra l'ucraina Sasha (Kateryna Korchynska): questa, entrata in confidenza, suggerisce di ricorrere a un buon avvocato per realizzare la possibilità di prendersi cura della bambina. Per recuperare i soldi necessari, Sasha propone a Richard di partecipare a un insolito gioco che offre, in palio, venticinquemila euro. Il tutto dovrebbe risolversi nella durata di ventiquattro ore, con i concorrenti rinchiusi in un teatro, per un provino non meglio definito. Il premio spetta a chi riesce a resistere per l'intera giornata. Ma resistere a cosa, esattamente?
Non difetta di ritmo questo interessante Die in one night, gradita produzione italiana che omaggia -con certo stile- sia il Bava di Sei donne per l'assassino (il teatro con i manichini, le maschere dei "cacciatori") che il più celebre (e celebrato) Dario Argento (in particolare per Il cartaio). In primo luogo un enorme contributo alla riuscita del film arriva dal bravo Andrea Pinna, compositore musicale che -per l'occasione- realizza una fondamentale soundtrack, in perfetto stile Goblin. A seguire, un ulteriore significativo lavoro è quello realizzato dall'operatore alla macchina, in grado di evocare, con felpati e sinuosi movimenti di camera, le più famose atmosfere degli horror italiani Anni '80. Grazie anche alla buona capacità di sintesi (circa 75 minuti di durata) il regista/sceneggiatore Eros D'Antona porta sullo schermo un adrenalinico thriller, che sorprende non tanto per il plot surreale e già abbondantemente sfruttato (dal prototipo Hostel 2 al più recente Headgame) ma per la sicura e attenta messa in scena, magicamente riuscita anche per via della buona fotografia.
Qualche tocco gore (con scene splatter efficaci ma non eccessive, probabilmente a causa del budget contenuto), affiancato ad interpreti tutto sommato apprezzabili, rappresenta il giusto insieme di elementi che rendono degno di visione questo coraggioso tentativo nostrano di prendere le distanze dalla più praticabile (e semplice) commedia. Nel rispetto delle convenzioni e dei cliché del genere, Die in one day supera alla grande i più costosi e diffusi horror americani realizzati (peggio) sul tema della "vita messa palio" come riempitivo di illeciti siti del (deep)web, destinati a scommesse (per fortuna impossibili) fatte da cinici e folli giocatori privi di anima e cuore.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta