Regia di Rolando Ravello vedi scheda film
Ricordo ancora con piacere, l'esordio, nel 2013, di Ravello, da attore a regista, con l'ottimo "Tutti Contro Tutti", il primo dei suoi tre film girati negli ultimi anni. Ravello è un regista che arriva dalla commedia teatrale, e si vede nettamente. Non è un genio della macchina da presa, assolutamente, ma è funzionale alle storie che vuol raccontare, storie di un'Italia marginale, quasi perennemente in conflitto, in questo caso inter etnico, come suggeriscono i tempi in cui viviamo. "La Prima Pietra" si svolge, essenzialmente, in due stanze di un edificio scolastico, a ridosso del Natale e della recita di rito. Un bambino di origine araba affonda un vetro con un sasso e affonda anche due bidelli, italiani, facendo sì che la disputa successiva, gestita dal preside, un bravissimo e godibilissimo Corrado Guzzanti (la sua miglior prova al Cinema, per quel che ne so), s'inerpichi fra le sibilanti filippiche dei protagonisti, che, come in un "Carnage" di tal Polanski, sono destinate a degenerare. Pur essendo un'operina molto parlata, è sostenuta ottimamente dal cast dei sei attori, splendidi, da Iaia Forte all'araba Serra Yilmaz, che mostrano una bella alchimia, facendo marciare il film spedito nei suoi brevi 77 minuti. Certo, non è Cinema, questo, di Cinema ce n'è poco, c'è teatro, e forse questo basta, visto che le cose capitano comunque, fino al finale non certo consolatorio, evviva. La patina è comunque da televisione, da fiction tv, ma, in fondo, così doveva essere. Un'operina, ripeto, che non guasta, che si gusta, che ogni tanto fa anche ridere, e che prova a graffiare ma con le unghie un po' spuntate. Cinema italiano medio, che ha la bontà di non essere mai volgare. Mica poco.
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