Regia di Rolando Ravello vedi scheda film
Un bambino a scuola lancia un sasso contro una vetrata; oltre a romperla ferisce il bidello. La madre e la nonna del piccolo, musulmane, sono immediatamente chiamate nell’ufficio del preside, ma non intendono pagare. Lo scontro fra culture finisce per esacerbare la discussione.
Nei limiti dell’operazione, La prima pietra è un filmetto godibile nel ritmo, gradevole nella messa in scena e non privo di interessanti spunti di riflessione. Per limiti si intendono in primo luogo quelli estetici derivanti dall’evidente provenienza teatrale – il lavoro è tratto da una commedia di Stefano Massini – che non viene nascosta più di tanto nella sceneggiatura di Stefano di Santi e Rolando Ravello. Quest’ultimo è anche il regista, alla sua terza e forse più compiuta prova fino a questo punto. Se si esclude l’apertura con le prove della scolaresca e il finale rocambolesco e corale, in scena compaiono solamente sei attori e l’azione si svolge quasi interamente in una stanza; fortunatamente però in questa sorta di kammerspiel gli interpreti sono di buon livello: Corrado Guzzanti, Sierra Yilmaz, Valerio Aprea, Iaia Forte, Lucia Mascino e Kasia Smutniak. Guzzanti, va rilevato, si concede di rado al cinema, ma lo fa in occasioni sempre degne di rilievo. Forse un rimaneggiamento dei dialoghi, spesso troppo ‘scritti’, poco realistici e più adatti alla pagina stampata, avrebbe giovato; di certo la durata limitata a neppure un’ora e un quarto è perfetta. Il succo del discorso va inoltre sottolineato: nonostante la evidenti differenze religiose e culturali, gli esseri umani sono tutti uguali quando vengono colti nei loro interessi personali, quelli economici in primis. In questo senso trova perfetta collocazione la morale conclusiva della maestra Roversi: la Storia non ci ha insegnato nulla e siamo sempre pronti ad attaccare il nostro prossimo, piuttosto che provare a conoscerlo. Ma ancora più giusta è la reazione del ‘pubblico’ a tale filippica: questi sono i tempi che corrono e La prima pietra vuole semplicemente raccontarne uno spaccato. 5/10.
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