Regia di Tsai Ming-liang vedi scheda film
VENEZIA 75 - FUORI CONCORSO
L'esigenza di catturare espressioni e sfumature altrimenti impercettibili, di focalizzarsi su lunghi, insistiti e sin imbarazzanti primi piani, diventa per lo sperimentatore Tsai Ming-liang una esigenza che ce lo restituisce ancora una volta in qualità di regista di una pellicola, seppur sui generis, dopo i perpetrati annunci di ritiro da tempo trapelati con gran rammarico di chi ama la sua visione innovativa, talvolta estenuante, sempre in grado di regalarci qualcosa di potente.
Un volto ripreso a pieno schermo parla chiaro: se imbarazzato la circostanza trapela, se innaturale od impostato, pure.
Ma le emozioni che vengono alla luce anche semplicemente con l'apparire, dal respirare senza nulla aggiungere, all'addormentarsi rumorosamente, all'emozionarsi racccontando episodi focali della propria giovinezza, è la mobilità facciale che ce le traduce, spesso inconsapevolmente, a volte invece gestite scaltramente da una personalità che sa muoversi con calcolo e circostanza.
Ming-liang preferisce l'improvvisazione dei primi, tanto che ricorre ad attori non professionisti con la sola eccezione del suo attore feticcio irrinunciabile Lee Kang Sheng,
Forte di una amicizia con il musicista Sakamoto, Ming Ling utilizza una traccia del celebre compositore per dar vita al suo primo film completo di colonna sonora.
La chiusura con una lunga panoramica fissa su un salone di non ben chiara adibizione, ci fa tornare in mente leinquadrature incessanti su oggetti e costruzioni di Vive l'amour, uno dei massimi capolavori dell'artista, e film che fece conoscere internazionalmente Ming-liang.
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