Regia di Vittorio Cottafavi vedi scheda film
Rita è contesa fra due uomini benestanti; dietro ricatto lascia Carlo, pur amandolo, e lui la prende male, tornando fra le braccia della precedente fidanzata. Soltanto anni dopo scoprirà la terribile verità.
Una delle prime regie cinematografiche di Vittorio Cottafavi, che negli anni successivi stringerà un proficuo rapporto con la televisione di Stato realizzando numerosissime opere per il piccolo schermo, è questo Traviata ’53, esplicitamente un tentativo di attualizzare la storia della Traviata di Giuseppe Verdi e pertanto del romanzo di partenza, La signora delle camelie di Alexandre Dumas. Di per sé un’operina dai mezzi modesti, ma indubbiamente salvata dal mestiere di Cottafavi e dei suoi collaboratori, sia tecnici che artistici; alla fotografia di Arturo Gallea e alle musiche di Giovanni Fusco si aggiungono infatti nei crediti i ruoli centrali destinati ad Armando Francioli, a Eduardo De Filippo (doppiato!), alla francese Barbara Laage, a Carlo Hinterman, a Marcello Giorda e ad Adolfo Geri. L’analisi della società contemporanea lascia un po’ a desiderare, focalizzandosi la trama piuttosto sulle peripezie sentimentali dei protagonisti; sufficientemente solida a ogni modo la sceneggiatura che il regista firma insieme a Siro Angeli e Tullio Pinelli, da un soggetto di quest’ultimo e di Federico Zardi. Un melodrammone senza troppe pretese, facilmente digeribile. 4/10
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