Regia di Robert Redford vedi scheda film
Milagro è il secondo film diretto da Robert Redford (il primo, "Ordinary People" 1980 - da noi "Gente comune"- ha vinto quattro Oscar). E' impressionante la similitudine con il romanzo "Cent'anni di solitudine" di Gabriel Garcìa Màrquez, che narra l'epopea della famiglia del grande scrittore colombiano, poi naturalizzato messicano. Macondo-Aracataca è un piccolo paese -eletto a simbolo del centro del mondo - che può essere gemellato con Milagro, che quanto a miseria e arretratezza dei suoi abitanti non è secondo a nessuno.
Geograficamente vicini, i due paesi subiscono continuamente gli sconvolgimenti dovuti alle rivoluzioni, alle tasse applicate dai potenti governatori che per forza di cose si susseguono senza tregua, facendo ricadere sul popolo il peso dei loro errori e della loro avidità.
Milagro non ha le radici profonde di Macondo, è un piccolo paese del New Mexico, molto povero, abitato dai "chicanos" (messicani emigrati) che sopravvivono miseramente, soprattutto coltivando piccoli appezzamenti di terreno.
Redford indugia nei dettagli, anche nei piccoli particolari, prima di introdurre quelli che saranno i fatti salienti del film, tratto dall'omonimo romanzo di John Nichols.
La tranquilla vita degli abitanti di Milagro viene scossa dalla notizia che un gruppo di speculatori terrieri intende costruire sui terreni di Milagro un complesso residenziale completo di piscine e campi da golf.
Redford affida a Richard Bradford il ruolo del capo cordata della speculazione edilizia, Ladd Devine, che entra subito in conflitto con gli abitanti del posto. In breve i milagresi si rassegnano allo strapotere di Devine, tranne un giovane contadino, Joe Mondragon (Chic Vennera), che decide di opporsi all'esproprio del suo terreno utilizzando l'acqua ormai di proprietà dell'impresa per irrigare un campo seminato a fagioli.
A questo punto, tutti i milagresi sono con lui, sollecitati da una ragazza che di mestiere fa la meccanica, Ruby Archuleta (Sonia Braga). Anche quì il racconto ha vaghe somiglianze con alcuni personaggi femminili di "Cent'anni di solitudine", la donna come eroina e condottiera di masse umane altrimenti disorientate.
I milagresi e gli speculatori arrivano allo scontro, Devine a questo punto ingaggia un ex agente della polizia di stato che ora fa il mercenario, Kyril Montana. L'uso delle armi è inevitabile, e poco può per sedare gli animi l'intervento del mite sceriffo Bernabe Montoya (Ruben Blades).
Nel campo attiguo a quello di Joe Mondragon vive un vecchio di nome Amarante Cordova (Carlos Riquelme), la cui unica ricchezza è un maiale da lui allevato come se fosse un cane. Amarante viene colpito da un proiettile, pare per errore da Joe.
Il vecchio si salverà, dopo essere stato in fin di vita.
Kyril Montana non riesce a sedare gli animi, ormai la rivolta ha preso una piega totalmente favorevole ai milagresi, e inoltre interviene Charlie Bloom, un avvocato americano che dirige il giornaletto locale del paese.
Le notizie pubblicate da Bloom fanno in breve il giro della nazione, e gli speculatori decidono di abbandonare i lavori e di rinunciare al progetto.
A Milagro si farà festa, e si mangeranno i fagioli coltivati da Joe Mondragon.
Personalmente, apprezzo Robert Redford come attore, specialmente nelle sue prime interpretazioni: "The candidate" (1972) -
"La stangata" (1973) - "I tre giorni del condor" (1975) - "La mia Africa" (1985).
Come regista, mi pare di capire che non rischia molto, anche questo Milagro rientra in canoni standard, la sceneggiatura (David S. Ward) è attinente al romanzo, la fotografia non affascina (Robbie Greenberg).
C'è anche Melanie Griffith nel ruolo di Flossie Devine), ma la curiosità più rilevante è la presenza di Ruben Blades nella parte dello sceriffo bonario. Blades è un cantautore latino-americano di chiara fama, con all'attivo numerosi album, tra cui "Maestra Vida", "Buscando America", "One Hundred Years of soliytude", "Nothing Bul The Truth".
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