Regia di Pema Tseden vedi scheda film
VENEZIA 75 - ORIZZONTI - MIGLIOR SCENEGGIATURA
"O sole mio" che risuona nei cieli della steppa tibetana.
Un camionista apparentemente scorbutico e gretto, mentre sta percorrendo una strada desertica della steppa tibetana, investe inavvertitamente una pecora e la carica con sé, indeciso sul da farne. Poi intravede un pellegrino solitario, uno straccione apparentemente taciturno armato di coltello, al quale offre, con grossolata indulgenza, un passaggio fino alla destinazione comunicata dal passeggero, assai poco loquace e riservato. Costui tuttavia rivela all'autista, tra le scarne informazioni tirate fuori dopo domsnde circostanziate spesso rimaste inevase, l'intenzione di uccidere l'assassino del padre, colpevole di un delitto occorso un decennio prima.
I due, che scoprono entrambi di chiamarsi Jinpa (ed uno dei due attori si chiama per davvero con questo nome) si separano, ma per il camionista tutto cambierà e una voce dal cuore lo spingerà a ritrovare quell'uomo per indurlo a riflettere sulle proprie determinazioni di morte.
Amore, morte, redenzione e spiritualità in uno dei miei colpi di fulmine inattesi presso la sezione Orizzonti a VENEZIA 75.
Il fascino di una terra aspra e suggestiva e di una desolazione che ispira sentimenti e riflessioni assolute, oltre che riprese con campi lunghi che inquadrano il camioncino scassato del protagonista, di una bellezza e purezza commoventi, alternate a campi e controcampi al contrario decisamente più serrati.
Jinpa, che vede tra i produttori niente meno che Wong Kar Wai, costituisce il ritorno dell'interessante e stimolante, singolare regista di Tharlo, ospitato nella medesima sezione dell'edizione 2015.
Un film che ha il dono di parlare con le immagini, coi gesti e con gli sguardi, prima che con le parole.
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