Trama
Tre giovani donne sono condannate a morte perché coinvolte nel caso di Charlie Manson. Quando la pena di morte viene revocata, la loro condanna muta in ergastolo. Una giovane studentessa riceve il compito di far loro da insegnante e, grazie a lei, è possibile assistere alla trasformazione delle tre, chiamate a confrontarsi con la realtà dei loro orribili crimini.
Approfondimento
CHARLIE SAYS: LE RAGAZZE DI MANSON
Diretto da Mary Harron e sceneggiato da Guinevere Turner, Charlie Says è un viaggio nella mente di Charles Manson, musicista, manipolatore e mandante degli efferati omicidi che sconvolsero gli Stati Uniti nell'estate del 1969, tra cui l'assassinio di Sharon Tate. Charlie Says si addentra nella psiche del leader criminale, attraverso gli occhi di Karlene Faith, psicologa di tre giovani donne entrate a far parte della setta, dopo aver subito il lavaggio del cervello. Arrestate e condannate a morte, le tre hanno visto la loro sentenza cambiare in ergastolo dopo che la pena di morte è stata abolita in California. Fresca di laurea, Karlene ha avuto il compito di far loro da insegnante e, grazie alla sua figura, è possibile assistere alla loro trasformazione mentre si confrontano con la realtà dei terribili crimini commessi. In una escalation di follia e annullamento della volontà, viene ripercorsa la vita all'interno della "famiglia Manson" e il rapporto di queste giovani con l’uomo che ha segnato le loro vite. Che potere aveva Charles Manson sulle sue prede? Cosa è scattato nella loro mente?
Con la direzione della fotografia di Crille Forsberg, le scenografie di Dins Danielsen, i costumi di Elizabeth Warn e le musiche di Keegan DeWitt, Charlie Says viene così presentato dalla regista: "Considerare la ragazze di Manson come diverse è qualcosa di confortante per la normale esperienza umana. In effetti, la cosa più disturbante è la loro ordinarietà: in apparenza, erano tutte giovani donne perfettamente sane, lucidi e affabili: come hanno potuto allora macchiarsi di crimini così efferati? Il mio obiettivo è quello di soffermarmi sulla loro natura umana e sull'immaginare cosa avremmo fatto tutti noi nella loro stessa condizione. Mettersi a fianco di Leslie, Pat e Susan, le tre protagoniste, vuol dire però sapere che hanno commesso atti di feroce brutalità, senza farsi ingannare dal loro aspetto angelico in carcere".
"La storia - ha continuato la Harron - vuole mostrare come persone all'apparenza buone possano macchiarsi le mani di sangue e cosa accade quando si rimette la propria volontà nelle mani di un altro individuo, privandosi della capacità di dire "no". "Uccidi il tuo ego", era ciò che diceva Charlie alle sue ragazze ma in realtà avrebbe dovuto dire "Sottomettetevi al mio ego". Con il personaggio di Leslie Van Houten, una delle ragazze di Manson, viviamo passo dopo passo l'esperienza della setta: in un primo momento, è affascinata da quella che sembra una comunità paradisiaca. Solo dopo capiamo come il lavaggio del cervello eroda la sua volontà e coscienza. Leslie vive tutto come un sogno da cui si risveglierà solo anni dopo in carcere. Un film su un argomento del genere richiede grande attendibilità e accuratezza storica. Tuttavia, non si tratta di un'opera a tesi. Ho realizzato semmai un film su una storia drammatica degli anni Sessanta per creare dei parallelismi con il mondo di oggi: tematiche senza tempo come abuso e dominazione segnano ogni famiglia, relazione o società".
Il cast
A dirigere Charlie Says è Mary Harron, regista statunitense. Nata in Ontario nel 1953, la Harron ha cominciato la sua carriera come giornalista musicale prima di essere assunta alla BBC per la realizzazione di alcuni documentari e cortometraggi. Nel 1996 ha debuttato nella regia del lungometraggio di finzione… Vedi tutto
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Commenti (5) vedi tutti
Un po' sonnacchioso
commento di gruvierazNon così convincente ma purtroppo veritiera !
leggi la recensione completa di chribio1Mary Harron si conferma autrice opaca. Costruito su faticosi e ripetitivi flashback, "Charlie says" raramente riesce a raccontare con efficacia come il male si insinui sottopelle e soprattutto non sa "affondare totalmente nella sporcizia morale che vigeva in quel circolo chiuso e foriero di segnali sempre più inquietanti." (Maurizio Encari)
commento di degoffroOttima ricostruzione degli eventi successi nell’estate del 1969, ad opera degli adepti della Manson Family
leggi la recensione completa di vjarkivUna ricostruzione solida e coinvolgente sul caso Charles Manson.
leggi la recensione completa di ezio