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La ballata di Buster Scruggs

Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La ballata di Buster Scruggs

di yume
8 stelle

Film da vedere, i centotrentadue minuti meglio spesi dell’ultima settimana.

Tim Blake Nelson

The Ballad of Buster Scruggs (2018): Tim Blake Nelson

 

Ancora una volta Ethan & Joel Coen non sbagliano un colpo e la platea è elettrizzata fin dalla prima scena. Addirittura quando nei titoli di testa passa Tom Waits scatta l’applauso extra.

 

Buster Scruggs, il cowboy canterino soprannominato L’usignolo di San Saba dà il via ed è uno spettacolo: cavalca, canta, fa una strage nel saloon, sfida il cow boy bellissimo ed elegantissimo nel suo completo nero, lui è vestito di beige dal cappello alle scarpe, ma “quasi quasi, dice, mi vesto anch’io di nero”.

Purtroppo non farà in tempo, si toglie il cappello e vede un gran buco in corrispondenza della sua fronte. Bene, a quel punto gli spuntano le alucce e vola in cielo cantando.

Gli spoiler finiscono qui, ma non guastano, come ad esempio per Frankestein junior, ogni volta si ride a crepapelle anticipando le battute.

E poi le storie sono sei, questa è solo la prima e c’è di che godere.

 

I Coen optano per il western e scrivono sei storie di varia umanità e fantasia.

“Da piccoli guardavamo un sacco di film italiani in tv, commedie sexy antologiche. Amiamo molto la forma del corto, ma non c'è mercato, così abbiamo deciso di riunire una serie di storie brevi in un unico film. Alcune storie erano vecchie, altre più recenti, ma abbiamo creato un unico contenitore per riportare in auge un genere che nessuno pratica più".

 

C’è un vecchio libro ingiallito di racconti con la pagina che si apre ogni volta sul titolo della storia e l’illustrazione old style che la riassume.

Alla fine abbiamo il tempo di leggere le ultime righe in chiusura, e non sono da perdere.

Centotrentadue minuti e dentro ci sono sei film, completi di tutto, storia, personaggi, ambientazione, paesaggio e musica, grande musica, e uno script che è il loro conio personale, chi conosce il cinema dei Coen sa cosa vuol dire.

"Cercavamo paesaggi diversi specifici per ogni storia. Abbiamo girato in New Mexico, Colorado, mentre per la storia della carovana abbiamo usato il Nebraska".

 

Doveva essere una miniserie distribuita da Netflix sulla piattaforma streaming ma per la gioia degli amanti del cinema in sala è diventato anche un film western antologico con un cast di prim’ordine: Tim Blake Nelson nei panni di Buster Scruggs, Zoe Kazan, James Franco, Liam Neeson, Saul RubinekTom Waits.

Un grazie di cuore a Cannes che, con Thierry Fremaux, ha messo il veto a Netflix, che ha coprodotto e programmerà il film sulla propria piattaforma. Noi che non siamo schizzinosi con Alberto Barbera che è un grande ce lo godiamo in anteprima mondiale.

 

Brevemente gli episodi, oltre il primo già citato e spoilerato che dà il titolo al film.

Il secondo, Near Algodones,parla di un ladro di banche e bestiame molto ma molto imbranato (James Franco) che finisce molto ma molto male senza neanche sapere perché.

Nel terzo, Meal Ticket, un attore (o meglio, un torso con testa di attore) e il suo impresario girano per i freddi villaggi del Nebraska con un simil-carro di Tespi e l’attore declama versi di grande impegno come se fosse al Metropolitan. Shakespeare e una gallina “che sa contare”  convivono sulla scena, che i Coen bros abbiano intenti satirici contro la mercificazione culturale in atto? Probabile.

Il quarto è il sogno di un cercatore d'oro molto testardo, Tom Waits,che scava scava in cerca di “compare Filone” e la verde vallata All Gold Canyon,dove lavora e scorre un fiume dall’acqua trasparente,è un sogno ad occhi aperti, un Far West in piena ripresa ecosostenibile. Ma purtroppo succede qualcosa che non va.

Nel quinto, The Gal Who Got Rattled,spuntano i pellerossa, più cattivi che mai, c’è la classica carovana che va verso l’Oregon con due cow boy guida, uno bello che tira male e l’altro vecchio che ha una mira infallibile. E c’è la fanciulla del West (Zoe Kazan ) carina ma non troppo come tutte le fanciulle del West, che prende troppo alla lettera le istruzioni. Ah sì, c’è anche un cagnetto dal nome altisonante, President Pierce, che forse per questo abbaia troppo e la colpa di quello che succede è tutta sua.

Ultimo, The Mortal Remains, è un viaggio in diligenza di cinque persone che dire molto mal assortite è dir poco.

Un’anziana signora molto schizzinosa e quattro uomini di varia età e look fanno strani discorsi fino alla fermata dove devono sbarcare, mentre il carro fila via con bagagli e tutto nella notte buia.

 

Cosa succederà in quel misterioso albergo nella prateria davanti alla cui porta verde sono scesi senza nessuna ragione apparente?

Non lo sapremo mai, il vecchio libro chiude la pesante copertina e… "stretta è la foglia, larga è la via, dite la vostra che ho detto la mia".

(Ma non si dovrebbe dire “Stretta è la soglia…” ? Certo, ma anche un cow boy che canta come l’usignolo di San Saba non è mica filologicamente corretto, no? )

 

 

 

www.paoladigiuseppe.it

 

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