Regia di Pupi Avati vedi scheda film
quest'inverno girovagando in piazza maggiore a bologna, incappai in una grande e libreria e vidi in vetrina il libro di pupi avati.
entrai e mi fecero anche un pochino di sconto, così, senza un motivo specifico.
lo lessi a distanza di qualche mese e ne rimasi molto colpito e entusiasta. mi piacque insomma.
quando venni a sapere da instagram che sarebbe uscito anche il film, ne fui contento, ma anche un poco sgomento... sgomento si, perchè il ritorno al cinema del terrore e dell'agonia da parte di pupi avati a distanza di tanti anni, era una speranza finalmente appagata, ma sarebbe stata del tutto ripagata anche dal punto di vista filmico?...
ed ecco, la sera del 22 agosto in una sala del multiplex cremonese, che una piccola popolazione di fedeli(li ho contati, dovevamo essere 12 se non ne sono entrati a porte chiuse, ma non credo, perchè il rispetto era sacro) accorre all'EVENTO..... con continuata ansia.
il libro aveva saputo insinuare in me una insana inquietudine, com'è uso del nostro, che come una malattia non mortale ma degenerativa, ti si attacca e ti invade quasi che tu non te ne renda conto.
il film ha saputo mantenere le aspettative, moooooooolto ALTE devo dire, dando forma ad una FETIDA DANZA DELLA MORTE di SUBLIME PUTRIDUME.
è stato un graditissimo RITORNO che mi ha quasi commosso e che nottetempo, mi ha felicimente funestato il sonno con un sogno disturbante.
un RITORNO, in lande desolate, abbandonate, abitate da superstiti che appaiono spaventati spauracchi reduci da visioni terrificanti e coloro, che da stranieri ne varcano gli indefiniti quanto labili e inesistenti confini, vengono circondati, avvolti ,invasi dai malsani fumi di paure ataviche e credenze sperdute nei tempi andati.
leggende , fole , miti che fanno sorridere sinistramente il contabile cittadino mandato , più che a far chiarezza su un assurdo quanto insensato atto di sangue ai danni di un ragazzino da parte di un altro ragazzino che crede fermamente di aver ucciso il DIAVOLO.
è un RITORNO che coinvolge molto intimamente i seguaci dell'Avati cosiddetto gotico. certe inquadrature delle lagune venete; certi scorci veneziani che sembrano venire da comacchio; certe cabine telefoniche che non possono che rimandare ovviamente a tempi in cui il cellulare non era nemmeno una fantasia dei più.
un RITORNO alla ricerca dei posti più perfetti possibile; i muri scrostati, intrisi di umidità, che lasciano cadere lentamente ma inesorabilmente il colore ; le case coloniche abbandonate, isolate in luoghi che raggiungere forse non è proprio una buona idea, ma una volta lì, ci sei e resti incastrato nel vortice stomachevole dell'insalubre.
la musica dolce ma sottilmente sinistra; la fotografia livida che trasmette la fatica a tirare il sospiro; effetti splatter che riportano al cinema nasty dei tempi che furono ed effetti in cgi così ridicolmente finti e gratuiti(la culla che si tinge di sangue) che è un tirare un sorta di sospiro di sollievo in tutto quel discendere in territori sempre più indicibili.
non contento, il NOSTRO SIGNOR AVATI, rincara la dose dipingendo una classe politica democristiana mai così grigia, amorale e inchiodata alla poltrona, ottimamente interpretato da alberto rossi, terrorizzata all'idea di perdere una bacino di voti importante come quello veneto a causa dell'orrido accadimento di sangue avvenuto ai danni della potentissima clara vestri musy, interpretata da una swansoniana chiara caselli al suo meglio nel ruolo(per me)della vita.
con un titolo così .... da commedia sofisticata... avati ha ben espresso il timore reverenziale che sarebbe bene avere nei confronti del male assoluto, NON dimenticandosi che il male assoluto è perfettamente indentificabile in squallide persone in carne e ossa... forse.... e forse no.
un confine labile, confuso all'orizzonte dalle nebbie mattutine o crepuscolari di zone lagunari, o sterminate pianure coltivate riarse dal sole...storiacce di fantasiosi coiti consumati con la bestia, che come frutto avrebbero dato il deforme; sagrestani latitanti e mezze suore internate in conventi, custodi di lapidi e segreti così impossibili da credere, da rimanere sfigurati da un inutile smorfia di orrore.
IL SIGNOR AVATI , che di diabolico ha solo il dono di farci gioire delle nostre paure, ha creato un gioiello di deliziosa finzione filmica.
sopraffina nell'utilizzare tutti i mezzi del cinematografo per farci credere, guardando verso l'alto, dal nostro stare nel buio, che l'orrore esiste, ne siamo immersi, e la paura che ci renderà pazzi(si spera il prima possibile per non essere consci dei gironi infernali nei quali stiamo scendendo)ci mostra(e forse no) quanto il diavolo sia bravo a farci credere che non esiste fino a quando non è più possibile fuggire.
"non posso prescindere dalla mia ragione.
la mia ragione non è superbia.
mentre non legittimo il proselitismo laico, credo che però sia fondamentale vivere il dubbio.
e quando mi sento perfuso da questo amore la mia fede diventa meravigliosa."
filmtv del 20/08/2019
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