Regia di Nicole Holofcener vedi scheda film
Stati Uniti, un uomo della finanza, cinquantenne, in apparente piena forza fisica abbandona lavoro, moglie, figlio e casa per ricominciare una nuova vita. Non sappiamo molto delle sue motivazioni o del tormento che lo ha portato ad una decisione così drastica. La regista Nicole Holofcener sceglie di ritagliare per il film un lasso temporale inaspettato: la pellicola narra alcuni giorni densi di avvenimenti sei mesi dopo che Anders, il protagonista, ha mollato tutto. Ha "mollato tutto" per modo di dire: a parte alcune fugaci avventure di scarso successo, la sua vita ruota ancora totalmente intorno alla ex moglie, il figlio e tutte le amicizie e gli affetti della "prima vita" di Anders Hill. Tutto quello che di "nuovo" viene rappresentato nel film è squallido, a partire dal nuovo alloggio alle serate con amici divorziati in locali di lap dance.
Le tinte degli interni sono tutte di sfumature di maròn (tristi come il tinello di Paolo Conte), gli esterni vedono luci livide e chiazze di neve che si sciolgono svogliatamente. Ogni ambientazione e la recitazione stessa rimandano alla anaffettività che regna nei rapporti interpersonali, che non si dispiegano mai in modo pieno. E quando qualche spiraglio di empatia si apre, avviene sempre in modo asincrono e inefficace, e tutti gli interpreti restano comunque imbozzolati nelle loro aspirazioni inespresse.
Il film si avvia con difficoltà nella prima parte, i rapporti interpersonali sono così involuti da rendere il film quasi sgradevole e poco comprensibile. Poi la regia individua lentamente il filo conduttore: il rapporto padre-figlio in due famiglie diverse, dove nel corso della vicenda la stessa affettività sterotipata di partenza porta ad esiti diversi.
"La seconda vita di Anders Hill" non è per nulla una commedia, ma un drammatico racconto sulla difficoltà dei rapporti in una famiglia nordamericana attuale, con tutte le aspettative e le misure del successo dettate in modo uniforme dall'american style of life. Domina sulla coralità la figura del padre con il figlio maschio, che non riescono a capirsi in una società che non trasmette nessun calore.
p.s. Doppiaggio italiano scadente
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