Regia di John Schlesinger vedi scheda film
L’espressione cold comfort significa privo di simpatia, conforto, o aiuto e descrive perfettamente lo scenario di questa fattoria disgraziata nel Sussex, su cui grava una maledizione da quando Ada Doom ha visto “qualcosa di terribile nella legnaia”, da piccola e non si e’ piu’ ripresa. Mistero che non viene mai svelato, come il terribile torto che il marito di Ada avrebbe fatto a Robert Poste, il padre di Flora. Questi sono due tormentoni del film, che avanza leggero e leggiadro con una buona dose di cattiveria satirica nella descrizione della vita di fattoria, dei pastori protestanti predicatori dell’ira divina che si estrinseca nel fuoco eterno dell’inferno, o degli shock dell’infanzia. Non dimentichiamo poi, gli scrittori libertini, e gli intellettuali che si pongono problemi assurdi (in questo caso il quesito inquietante era se le donne hanno un anima), le ragazze borghesi di buona famiglia, o l’orgoglio del possesso generazionale (terzo tormentone: gli Starkadder sono sempre stati a cold comfort farm e sempre ci saranno) ecc. Flora sembra la versione ironica di Emma di Jane Austen, ma ha maggiore consapevolezza della sua posizione. Ha deciso che la sua missione in questo frangente della vita sia di portare gioia e felicità a questi esseri che sembrano abbandonati da Dio, ma senza lasciarsi coinvolgere. Come una specie di angelo insinuante e saccente procede per la sua strada, investigando sui desideri piu’ reconditi di tutti gli abitanti della fattoria per cercare di farli avverare. Con determinazione, grazia, astuzia e savoir faire riesce lentamente a minare l’atmosfera cupa che regna sulla fattoria, arrivando ad un finale sorprendente e godibile.
Un film delizioso, ironico, divertente, originale, ricco di personaggi gustosi, che resta impresso nella mente per anni. Il merito va principalmente a Schlesinger, che mantiene una regia ironica senza sfociare nel farsesco, e a Bradbury, che entra facilmente in sintonia con una storia che poteva anche essere stata scritta da lui. Anche il cast, composto da attori poco conosciuti in Italia all’epoca, è notevole e dimostra una grande capacità interpretativa; tra gli interpreti brillano kate Beckinsale, Stephen Fry, Ian McKellen e Eileen Atkins.
Un cammeo della rinascita della cinematografia britannica (anche se prodotto dalla BBC) da non perdere.
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