Regia di Nicole Palo vedi scheda film
Venezia 75 – Giornate degli autori.
Viviamo negli anni della perenne insoddisfazione. Accontentarsi di una vita scialbamente ordinaria è diventata una virtù non riconosciuta e ogni occasione è buona per lamentarsi, ma c’è anche chi si ritrova impaludato in una congiuntura talmente deprimente da veder compreso il suo disappunto.
Anche quando viene issata bandiera bianca e ogni speranza di felicità è stata riposta definitivamente nel cassetto, può succedere l’imprevedibile, come incontrare una persona che non ha alcuna intenzione di lasciarci naufragare.
Arrivata alla fatidica soglia dei trentacinque anni, Emma Peeters (Monia Chokri) non vede premiati i suoi sforzi da attrice, nella vita sentimentale trionfa la calma piatta e il lavoro da commessa in un negozio di elettrodomestici non può appagarla.
Anche i rapporti personali non sono d’aiuto: vede raramente i suoi genitori e la sua amica Lulù (Stephanie Crayencour) è troppo ruspante ed estroversa per comprenderla, mentre un pizzico di consolazione arriva solo dall’anziana Bernadette (Andréa Ferréol).
In preda allo sconforto, decide di programmare il suo suicidio da lì a breve, scegliendo come data il suo compleanno. Non le resta che chiudere le questioni in sospeso e preparare un piano dettagliato. Sarà talmente meticolosa nell’organizzazione, da recarsi in un’impresa di pompe funebri, dove conoscerà Alex (Fabrice Adde) che, innamoratosi di lei, tenterà fino all’ultimo di farle cambiare idea.
Emma Peeters è una commedia smaliziata che già nei titoli di testa, d’impostazione arty, lascia intuire di tenere ogni sua leva sotto controllo, affrontando il malessere scaturito dal non essere capiti e apprezzati, dal sentirsi irrimediabilmente fuori posto, per liberare un’esposizione prevalentemente estemporanea.
Così, sulla traiettoria che dovrebbe condurre la protagonista al suicidio, con una balzana programmazione e passi da seguire rigorosamente per rispettare le tempistiche, germogliano sequenze ininterrotte di gag buffe, tra sorrisi e bronci, carezze che fanno prurito e carinerie assortite, testimoniando una ricchezza di situazioni che poche commedie, tanto più se con risvolti romantici, riescono ad assemblare.
Una costruzione premeditata in ogni sua diramazione, a rischio stucchevolezza e educata anche nello sgarbo, con tanto di musichette favoleggianti, ma costantemente esilarante, attrezzata di un invidiabile spirito d’iniziativa e ulteriormente ravvivata da una protagonista in gran spolvero. Monia Chokri, conosciuta principalmente per aver interpretato Laurence anyways e Les amours imaginaires di Xavier Dolan, si dona alla causa con tutta se stessa, un’autentica e strabiliante mattatrice, tanto spremuta e abbruttita nella finzione quanto radiosa e splendida durante la presentazione veneziana.
Tutte motivazioni che, insieme a una Parigi rarefatta, un micio come spalla e una controparte maschile dalla presenza surreale qual è Fabrice Adde, permettono a Emma Peeters di bucare lo schermo, valorizzando le sue connotazioni da farsa colorita e rendendo prezioso ogni suo singolo minuto (peraltro, è estremamente conciso), quantunque l’approdo ultimo sia esattamente quello più ipotizzabile.
Un delizioso esempio di come la locuzione amor vincit omnia non passi mai di moda. Anche quando tutto sembra crollarci addosso.
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