Regia di Sudabeh Mortezai vedi scheda film
VENEZIA 75 - ORIZZONTI
La vera e propria tratta delle immigrate dal Senegal e altri stati africani limitrofi, lega costoro ad un vincolo innanzi tutto pecuniario con la "madame" che le prende in carico in Europa, per sfruttarle (nel film si parla di un debito realisticamente stimato attorno ai 60 mila euro, indipendentemente dalla cifra per cui costoro sono stare acquistate dagli intermediari): il prezzo per la libertà, ma non l'unico.
L'assoggettamento infatti è pure psicologico, in virtù di un perverso rito woo-doo che un "santone" della banda di trafficanti di anime, ancora in terra natia, propina alle disgraziate, legandole come in un patto di sangue alla promessa di far fronte al proprio impegno pena disgrazie a carico di tutta la stirpe, e che le svincola solo a fine impegno oneroso.
Dalla drammatica storia di Joy, e delle ragazze con cui condivide la sistemazione nella città austriaca che ora la accoglie, si percepiscono ed estrinsecano tutti questi sconcertanti dettagli del vergognoso sfruttamento.
Opera seconda della regista austriaca ma di evidenti radici africane Sudabeh Mortezai, Joy sceglie la via del realismo, senza rinunciare ad un marcato impianto narrativo checscongiura ogni collegamento col genere del docu-fiction.
Ne scaturisce una pellicola lodevole, che sonda sulla problematica scendendo nei particolari dell'aberrante traffico umano, senza dimenticarsi dell'introspezione dei due/tre personaggi al centro della storia.
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