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Si sospetta il movente passionale con l'aggravante dei futili motivi

Regia di Cosimo Alemà vedi scheda film

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La recensione su Si sospetta il movente passionale con l'aggravante dei futili motivi

di Spaggy
8 stelle

Le donne sono le protagoniste assolute anche del cortometraggio Si sospetta il movente passionale per futili motivi. Dietro a un titolo che sembra uscito dalla filmografia di Lina Wertmüller si cela il nome di Cosimo Alemà, colui che nei soli anni Duemila ha diretto qualcosa come 600 videoclip musicali per artisti del calibro di Ligabue, Gianna Nannini e Tiziano Ferro. La sua padronanza del mezzo lo ha portato a cimentarsi anche con lungometraggi che, al di là del contenuto, hanno puntato molto sul potere comunicativo dell’inquadratura, mai banale o posticcia.

Nel corto, Alemà mette in scena la storia di quattro donne che si ritrovano alle 17 di un pomeriggio nella villa dell’uomo che ha mandato a tutte lo stesso messaggio. Non ci vuole molto a capire che le quattro altro non sono che la moglie e le tra amanti di Lucio, quattro donne tra loro molto diverse, rappresentati ognuna di una identità femminile lontana da quella dell’altra. Il momento di imbarazzo iniziale cede presto il posto alla paura e al mistero quando una di loro rinviene un cadavere a testa in giù nelle acque della piscina. Si convincono tutte che si tratti di Lucio e decidono di andare via dalla scena del delitto per evitare di finire accusate dalla polizia. La loro fuga però rimane solo un pensiero dal momento che si palesa una guardia, che le costringe a rivedere il loro piano.

Anna Ferraioli, Nina Fotaras, Pilar Fogliati, Irene Ferri

Si sospetta il movente passionale con l'aggravante dei futili motivi (2018): Anna Ferraioli, Nina Fotaras, Pilar Fogliati, Irene Ferri

 

Il cortometraggio, prologo di una futura commedia noir che verrà, si fa notare per almeno due ragioni.

La prima ha a che fare con la scelta di girare il tutto con un unico lungo piano sequenza. Si tratta di un espediente che abbiamo già visto in passato ma applicato a opere drammatiche o da camera. Alemà per la prima volta applica la soluzione ai toni della commedia e spinge le quattro attrici protagoniste a stare al passo con la vicenda. In pochi istanti, sono chiamate ad arricchire l’intrigo di un continuo cambio di espressioni in relazione ai toni assunti dalla trama, ora tesa ora comica. Si dirà che ciò rende il ritmo spezzettato: in realtà, lo agevola con la sua sinusoide di emozioni e sentimenti. Irene Ferri, Anna Ferraioli Ravel, Pilar Fogliatti e Nina Fotaras, quattro nomi poco sfruttati dal nostro cinema, sono l’esempio di ciò che molte altre attrici più blasonate non sono: creta che il regista plasma a suo piacimento. In particolar modo, piace costatare come Irene Ferri sia a suo agio con la commedia grottesca o surreale e come i suoi tempi di reazione siano praticamente perfetti (del resto, sin da giovanissima aveva stupito per verve comica nella sfortunata serie di Rete 4 Questa casa non è un albergo).

La seconda ragione ha a che fare con la tematica trattata. Finalmente vediamo in scena quattro donne che non si fanno abbattere dal contesto ma che diventano padrone della situazione. Quando sono chiamate a fare una scelta, non hanno dubbi. Sono come i moschettieri: tutte per una, una per tutte. Da novelle sorelle March, optano per il sostegno reciproco e non per la guerra, come tradizione femminile vorrebbe. Il crimine, casuale o voluto, le trasforma da rivali in fedeli compagne e quando si tratta di scegliere tra passato e futuro non hanno dubbi: il futuro le aspetta. Ci auguriamo, tutte insieme nel film che verrà.

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