Regia di Leonardo Pieraccioni vedi scheda film
Forse non tutti sanno che... nel "Dizionario dei registi del cinema mondiale" (Einaudi, 2008), tra Lupu Pick e Antonio Pietrangeli, figura anche Leonardo Pieraccioni. Non che Lorenzo Codelli, incaricato da Gian Piero Brunetta di redigere la voce, lo tratti in guanti bianchi, ma insomma c'è. Che dire di "Fuochi d'artificio"? Poco: è un film nato con l'unica esigenza di sfruttare alla svelta il successo del "Ciclone", e del film precedente di Pieraccioni raggiunge gli stessi risultati al botteghino (74 miliardi di lire d'incasso) e il medesimo livello artistico, cioè zero. Fa ridere? No, esclusa la breve sequenza, effettivamente buona, del gioco della bottiglia, messa lì come riempitivo. A demerito di Pieraccioni, oltre che di avere girato questa schifezzuola, disegnando personaggi (dal primo all'ultimo) assolutamente inconsistenti, va anche il fatto di non aver saputo utilizzare una forza della natura come Massimo Ceccherini: bastava che gli dicesse "vai e fai", che quello avrebbe combinato qualcosa; e invece, forse timoroso che l'allampanato fiorentino potesse rubare la scena al protagonista, gli fa fare la bella (si fa per dire) statuina.
Il socio (al 10%) di un negozio d'animali s'innamora di una giovane e bella spagnola. Ma non sarà questo l'amore della sua vita. Sviluppo e finale prevedibili fin dall'inizio.
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